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Pere, crollano i prezzi. Cia: “Più innovazione e aggregazione”

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Autore Redazione

Secondo il presidente Cristiano Fini, nonostante gli investimenti dei produttori e la nascita delle aggregazioni non si coprono i costi di produzione

“I prezzi delle pere liquidati ad oggi e gli acconti versati ai produttori sono troppo bassi, addirittura inferiori ai costi di produzione. Di questo passo si rischia di compromettere un settore strategico per il comparto ortofrutticolo regionale”. È la denuncia di Cristiano Fini, presidente di Cia- Agricoltori Italiani dell’Emilia Romagna, alla luce dell’andamento della campagna di questo frutto prodotto per quasi il 70% tra le province di Ferrara, Modena e Bologna.

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Cristiano Fini, presidente di CIA Emilia Romagna

Secondo Fini i fattori che stanno affossando la redditività di un comparto che vede l’Italia tra i principali produttori europei con il 35% delle pere prodotte, i mutamenti climatici e gli agenti patogeni come la cimice asiatica, ma soprattutto la carenza di innovazione e aggregazione della filiera a livello commerciale. “I produttori hanno fatto investimenti in attrezzature e nuovi impianti, le aziende di trasformazione e commercializzazione hanno formato aggregazioni commerciali di prodotto in virtù del fatto che buona parte del patrimonio pericolo nazionale si trova tra le province di Modena, Bologna e Ferrara, ma tutto ciò parrebbe non bastare” continua Fini.

Bisogna incentivare sia la ricerca varietale che le aggregazioni in campo commerciale, “alla luce anche delle norme previste dal Decreto omnibus che agevola i raggruppamenti, per raggiungere mercati inesplorati e migliorare la penetrazione nei mercati già consolidati. Occorre investire su questo settore – conclude il presidente di Cia- Agricoltori Italiani – richiamando tutti gli attori della filiera alla responsabilità ed evitando contrapposizioni ed individualismi”.

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