I volumi non sono ancora quelli che potenzialmente l’Italia potrebbe produrre, ma comunque si torna ad una situazione normale. È quanto emerge dopo l’annuale convegno IKO (International Kiwifruit Organization) si è tenuto quest’anno in Francia, a Bordeaux, dal 9 al 12 settembre e che per l’Italia ha visto la partecipazione del CSO Italy insieme ad una qualificata presenza di imprese associate: Apo Conerpo, Agrintesa, Consorzio Jingold, Naturitalia e Spreafico
Nel nostro paese, primo produttore europeo, le stime produttive sono di circa 373.000 tonnellate di kiwi a polpa verde, +13% rispetto alla scorsa annata, particolarmente limitata, ma ancora inferiore del 16% rispetto alla media produttiva dei quattro anni precedenti. Per quanto riguarda il kiwi a polpa gialla, il report del CSO Italy sottolinea come in Italia si stia assistendo ad un interesse sempre più crescente tanto che gli impianti stanno decisamente aumentando e quest’anno si prevede una produzione di circa 60.000 tonnellate.
Per quanto riguarda le stime produttive comprendenti il resto dei paesi dell’emisfero Nord, ad esclusione del kiwi a polpa gialla – “esclusivamente controllato da Consorzi e con una commercializzazione molto diversa da quella dell’Hayward” sottolinea la nota del CSO Italy – l’offerta potrebbe essere di 732.000 tonnellate (esclusa la Cina, da cui arrivano informazioni carenti), “+6% rispetto alla scarsa produzione dell’anno precedente, ma -3% sulla media 2014-2017. In particolare si registra una diminuzione solo per il Portogallo e la Grecia conferma i quantitativi della scorsa stagione”.
In totale, quindi, saranno circa 800 mila le tonnellate dell’Emisfero Nord, +9% rispetto al 2017, “un livello molto simile all’annata 2016”.