Uva da tavola e radicchi. Due fiori all’occhiello del paniere ortofrutticolo nazionale che i consumatori conoscono ancora poco. Ma che grazie a un’accorta comunicazione e promozione possono registrare importanti margini di crescita, in Italia e all’estero. E questo partendo da valori al consumo che, per i due prodotti, superano rispettivamente gli 800 e i 500 milioni di euro.
La nuova campagna istituzionale di filiera promossa da Ortofrutta Italia (l’Organizzazione interprofessionale di settore), che interessa oltre 5mila punti vendita delle principali catene della distribuzione moderna, negozi specializzati, di “prossimità” e operatori grossisti dei mercati agroalimentari, è stata presentata ieri al ministero delle Politiche agricole quale strumento su cui fare leva per scegliere la migliore frutta e verdura di stagione. Un po’ come è stato fatto negli ultimi quattro anni anche per altre specie, dal kiwi, alle pesche e nettarine.
L’iniziativa, patrocinata dal ministero, prevede l’esposizione di poster informativi per i consumatori con lo slogan “il sapore italiano al momento giusto” e indicazioni sulle principali tipologie di uva da tavola e radicchio; proseguirà fino a fine ottobre, per poi riprendere a dicembre per l’uva, e a gennaio per i radicchi tardivi.
La campagna ha un duplice obiettivo: aiutare i consumatori a conoscere e acquistare prodotti di qualità e promuovere l’eccellenza dell’ortofrutta made in Italy in modo trasversale, coinvolgendo agricoltori, confezionatori, distributori e dettaglianti. In pratica, tutte le forze aderenti a Ortofrutta Italia (Oi), che vede attualmente attive 8 associazioni in rappresentanza della produzione agricola e 6 del commercio e della distribuzione. Un organismo con 16 Comitati di prodotto (ultimi in itinere sono quelli per funghi e ciliegie) che come ha sottolineato il presidente, Nazario Battelli, vuole prima di tutto “mettere insieme tutti gli anelli della filiera ortofrutticola, dal coltivatore al dettagliante, valorizzando l’origine e la stagionalità del prodotto”.
“La promozione e comunicazione istituzionale di filiera – ha aggiunto Battelli – è per noi un progetto di utilità pubblica; utile a fornire informazioni ai consumatori nei punti vendita e con un più ampio e complessivo obiettivo di miglioramento qualitativo dei prodotti ortofrutticoli”. Posto che l’Oi, ha rimarcato il vicepresidente vicario, Pietro Cardile, è anche “un laboratorio di lavoro per tutta la filiera, e la Grande distribuzione non può che ribadire il suo appoggio ad azioni di comunicazioni innovative come questa che, agendo sul mercato e sui consumatori, vogliono promuovere l’eccellenza del prodotto italiano”.
Un’Oi che è strumento di “promozione generica collettiva” per l’ortofrutta, ha quindi ricordato Pietro Gasparri, dirigente Sviluppo imprese e cooperazione del ministero, al quale si aggiungono quelli già riconosciuti per altre filiere, dall’olio d’oliva, al tabacco, al pomodoro da industria, con altre organizzazioni in fase di costituzione che serviranno a “intercettare contributi comunitari specifici per iniziative come questa”.
La campagna dell’uva da tavola (la quota d’export sfiora l’80%) sarà caratterizzata da un impegno da parte dei produttori a fornire ai punti vendita solo prodotti che rispondono ai parametri di un “capitolato di qualità”, che aumenta alcuni criteri qualitativi dell’uva oggetto della promozione. Il coordinatore del Comitato di prodotto, Donato Fanelli, ha spiegato che proprio “in una stagione 2018 particolarmente anomala, con prodotto di qualità che andrebbe esaltato, ma con consumi partiti in modo non eccellente, abbiamo voluto alzare l’asticella della qualità”. Questo per “offrire ai consumatori, insieme alla grande distribuzione, un’uva da tavola al 100% italiana che rispecchi finalmente le loro richieste”. Per il radicchio, eccellenza dell’orticoltura italiana concentrata per oltre il 50% in Veneto, con 5 denominazioni d’origine Igp, 3 consorzi di tutela e una quota d’export limitata al 22%, si tratta della prima campagna istituzionale di comunicazione e promozione nazionale. Un prodotto la cui divulgazione ai consumatori, ha sottolineato il coordinatore del Comitato, Cesare Bellò, che “fa perno sulla garanzia di qualità e territorialità delle cinque Indicazioni geografiche protette venete”.