Il Professor Carlo Pirazzoli e il Dr Alessandro Palmieri del Dipartimento di Economia e Ingegnerie Agrarie dell’Università di Bologna hanno svolto uno studio che mette a confronto i costi di produzione e la redditività del kiwi in diversi paesi produttori europei (Italia, Francia, Grecia, Spagna, Portogallo). I dati, presentati da Pirazzoli al convegno “Kiwi italiano: competitività e prospettive”, pongono l’accento sull’aumento dei costi delle materie prime in tutti i paesi oggetto di confronto. Il costo del lavoro invece è abbastanza stabile soprattutto in Italia, con differenze fra nord e sud. I costi di produzione sono molto influenzati dall’andamento delle rese per ettaro e dai problemi fitosanitari o nutrizionali delle piante. I costi di produzione più bassi si rilevano in Grecia e al Sud Italia, su livelli medi i costi del Lazio, su livelli medio-alti i costi in Emilia Romagna, elevati per Piemonte e Veneto. Buone le performance potenziali dello Zespri Gold e del Jin Tao ma alta rischiosità dell’investimento. A fronte poi dell’ipotesi di una riduzione della produzione a causa dei noti problemi di batteriosi lo studio ha valutato tutti i possibili scenari, stimando le ripercussioni in termini di minor valore per le imprese e l’indotto. Il Prof Pirazzoli fornisce anche possibili risposte per far fronte al calo di produzione facendo leva sull’aumento delle rese attraverso il miglioramento della pezzatura dei frutti e puntando sull’innalzamento del livello qualitativo dell’offerta, affiancato ad una efficace valorizzazione commerciale del prodotto sia sul mercato interno, sia attraverso la conquista di nuovi mercati extra europei.
La competitività del kiwi Italiano
Potenzialità, problemi e loro superamento in uno studio sul Kiwi italiano
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