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Ciliegie. Il punto sull’inizio della campagna 2018

CiliegiePuglia

L’inizio è stato difficile, ma ora c’è fiducia. Da Sud a Nord, il nostro viaggio per capire con quali prospettive la produzione affronta la campagna di uno dei frutti più amati dai consumatori

La campagna 2018 delle ciliegie in Italia è partita a rilento, in alcune zone decisamente male. Ma poi si è ripresa e, tempo permettendo, a circa metà del calendario di raccolta gli operatori guardano ora con fiducia al mercato interno. Meno a quello estero, vista la crescente concorrenza della produzione turca.

GiulianoPugliaFruit_Ciliegie“A causa delle gelate che ci sono state i primi di marzo, all’inizio abbiamo raccolto solo la metà del prodotto precoce che avevamo previsto – dice Nicola Giuliano, della Giuliano Puglia Fruit, con sede a Turi (Bari) –. Dopo una decina di giorni per fortuna la campagna si è normalizzata e abbiamo proseguito la raccolta delle diverse varietà: dalla Bigarreau siamo passati alla Giorgia e ora, fino a giugno, avremo la Ferrovia. La qualità si prospetta molto buona. Ma quest’anno abbiamo volumi interessanti anche di altre cultivar, apprezzate dai consumatori e che ci consentono di allungare il calendario, come la Lapins, la Sweetheart e la Staccato”. Una varietà tardiva canadese, quest’ultima, di cui Giuliano Puglia Fruit è licenziataria per l’Unione europea da tre anni e licenziataria esclusiva per l’Italia dal 2017.

“Mediamente – aggiunge l’imprenditore – lavoriamo circa 4mila tonnellate di ciliegie l’anno, con punte di 5mila. Di queste, l’80% le commercializziamo in Italia, il restante 20% all’estero. Ma con le nuove macchine selezionatrici che abbiamo acquistato, l’ultima è la Cherry Vision 3.0 della Unitec, puntiamo a una disponibilità di 6mila tonnellate, di cui la metà da destinare all’export. Attualmente Germania e Austria sono i nostri principali mercati, seguiti dai Paesi Bassi”.

GIancarlo Minguzzi

Giancarlo Minguzzi

Dalle aree vocate della Puglia, all’Emilia Romagna, dove Giancarlo Minguzzi, presidente degli importatori-esportatori della regione associati a Fruitimprese, ricorda che la produzione di Vignola,  distretto cerasicolo d’eccellenza, è destinata comunque prevalentemente al mercato italiano. “I nostri operatori mi segnalano che, nonostante un po’ di ritardo nella maturazione, il prodotto c’è, i quantitativi sono in linea con quelli attesi. Il problema più grande è invece quello della concorrenza, con la Turchia in particolare che sta diventando il primo Paese interlocutore dei buyer europei, grazie a un prodotto buono e di grosso calibro proposto a prezzi inferiori. È chiaro che per noi italiani diventa più difficile esportare”.

Ciliegia di Vignola Igp

Ciliegia di Vignola Igp

“Dopo una campagna 2017 abbastanza buona, con una produzione standard di 6-7mila tonnellate, quest’anno prevediamo un calo del 20-25%”, dichiara Walter Monari, presidente del Consorzio della ciliegia tipica di Vignola. Una produzione di nicchia di alta qualità riconosciuta Igp (Indicazione geografica tipica), ricorda, “con 28 comuni interessati tra le province di Modena e Bologna, ma con una quota d’export molto bassa. Il nostro prodotto debutta sugli scaffali intorno al 20 maggio e se il clima ci aiuta dovrebbe essere disponibile fino al 10 luglio”.

Buone le previsioni nel Veronese. “A differenza dell’anno scorso – spiega Stefano Pezzo, della Cherry Passion e di Bragantini Marco & figli, con sede a San Martino Buon Albergo – abbiamo avuto una buona fioritura e allegagione, con temperature abbastanza nella norma. I volumi non saranno elevati, ma comunque più elevati del 2017. A livello varietale, in questi giorni inizia la raccolta della Bigarreau, dai primi di giugno partiremo con le ciliegie a polpa dura: Duroni, Ferrovia, Kordia e Mora di Verona, che resta la prediletta per croccantezza e grado zuccherino. Da lì la campagna dovrebbe proseguire per circa cinque settimane”. Il 30% della produzione viene venduto sul mercato interno, il 70% su quelli esteri. “La Germania resta il nostro principale mercato – continua Pezzo (che è anche presidente  di Fruitimprese Veneto) – seguita da Regno Unito e Paesi scandinavi”.

CiliegieMelindaIntanto, cresce la produzione di ciliegie trentine. “Quest’anno la nostra produzione, di varietà Kordia,  dovrebbe attestarsi intorno alle 90 tonnellate, contro le 60 di solo due anni fa”, riferisce Andrea Fedrizzi, direttore marketing di Melinda, il consorzio con sede a Cles (Trento), e core business nel settore melicolo, che come “Amici Melinda” commercializza ciliegie anche a marchio “La Trentina”.

In forte espansione anche Sant’Orsola, la cooperativa di Pergine Valsugana più nota per la produzione di piccoli frutti. “Gli impianti dei nostri soci, quasi 200 quelli che producono ciliegie, hanno una potenzialità produttiva di 700 tonnellate, che corrisponde al 13,5% del volume complessivo prodotto dai nostri conferitori – riferisce il direttore, Matteo Bortolini – Le principali varietà coltivate sono Kordia e Regina. Quest’anno la fioritura è stata buona e le premesse sono positive, anche se fare previsioni sul risultato finale 2018 è ancora troppo presto”. Per ora il mercato principale di Sant’Orsola resta quello nazionale, che è in crescita. “L’export vale circa il 10% su tutta la gamma dei nostri prodotti ed è quasi interamente realizzato in Germania, dove cerchiamo comunque di incrementare le quote – precisa Bortolini – Le esportazioni, del resto, sono limitate principalmente dalle difficoltà legate alla vita del prodotto stesso, che non ci permette di coprire grandi distanze”.

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