La fragolicoltura toscana perde terreno

Dimezzate le coltivazioni tradizionali, in crescita le tecniche idroponiche

200 aziende, 1000 addetti, una produzione di 3745 quintali nel 2009: la coltivazione delle fragole nella provincia di Lucca costituisce un quarto di quella toscana. Cifre imponenti, che però vanno confrontate con la forte diminuzione dei terreni dedicati alla fragolicoltura: -14% in Italia dal 2001 al 2009, -50% nella sola Toscana dal 2008 al 2009. Sono i dati diffusi nel corso dello “European Fruit Summit” di Cesena, ripresi lo scorso 5 maggio dal Corriere Fiorentino. Una crisi causata, oltre che dalla forte concorrenza spagnola e tedesca, dalle risorse richieste dalla coltivazione del “frutto più sensuale” per gli italiani, come da sondaggio indetto dall’Istituto di Biometeorologia del CNR. Ma in Toscana una via d’uscita è già stata trovata, e passa per l’acqua: con la coltura fuori suolo, gli appassionati della fragola hanno visto migliorare la produzione: “I primi dati del 2010 ci fanno ben sperare, in termini di quantità e qualità”, afferma il responsabile di Coldiretti Versilia Maurizio Del Chiaro. Un buon motivo per festeggiare, magari alla “Mostra della Fragola, dei fiori e dei prodotti della nostra terra” in programma dal 21 al 23 maggio nell’ambito di Demetra, a Camaiore.

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