Le fragole sono state il frutto simbolo della 34esima edizione di Macfrut e sono protagoniste indiscusse dell’agricoltura della Basilicata, regione partner di questa edizione della fiera riminese, leader in Italia con i suoi 1000 ettari dedicati. Una case history sicuramente vincente; da coltura in crisi nera fino a 10 anni fa oggi, invece, rappresenta una delle punte di diamante di tutto il sistema ortofrutticolo tricolore.
Ma i margini di crescita sono ancora molti, soprattutto all’estero, dove certamente si può fare di più, considerando la qualità riconquistata da parte delle fragole italiane anche rispetto a competitor molto agguerriti, Spagna in primis.
Un affresco di quello che sta succedendo sui mercati internazionali è stato fornito dal giornalista inglese Mike Knowles, managing editor di Fruitnet Media International, durante il suo intervento dal titolo “I nuovi trend e le idee fresche per il commercio europeo della fragola” che si è tenuto nella seconda sessione del convegno “Strawberry Talks” organizzato da Crea e Image Line.
In fondo alla Top 10, ma ricominciamo a crescere
Il peso delle fragole italiane nell’export internazionale negli ultimi 10 anni è certamente calato a valore e volume, come hanno mostrato i dati forniti da Knowles. Infatti, sebbene l’Italia faccia parte della top 10 dei paesi esportatori con poco più di 14mila tonnellate e un valore di 40 milioni di dollari, dal 2012 al 2016 a valore ha perso 9 punti percentuali. È in atto, comunque, anche all’export un’inversione di tendenza, spinta dall’ottimo successo di alcune varietà che più di altre hanno riscosso l’attenzione di consumatori e operatori, considerando che l’anno scorso l’Italia è comunque cresciuta a valore del 10% sui mercati internazionali.
Berries vs berries
I berries sono una categoria in grande crescita un po’ ovunque, Regno Unito prima di tutto, ma non solo. E per trovare il concorrente forse più agguerrito delle fragole bisogna restare all’interno della sua stessa categoria: sono i mirtilli, sempre più amati dai consumatori di tutto il mondo. “Altri piccoli frutti hanno successo e questo rappresenta una sfida per le fragole: amano soprattutto i mirtilli, già pronti da mangiare. E, infatti, il valore delle esportazioni mondiali dei mirtilli è identico a quelle delle fragole, ma con la metà della tonnellate” ha spiegato Knowles. E le previsioni per il futuro, secondo quanto ha illustrato il giornalista inglese, sono di un ulteriore crescita, tanto che nel 2021 è prevista una produzione mondiale di più di 900mila tonnellate.
Bisogna andare più lontano
Gli Stati Uniti riescono a spedire le loro fragole praticamente ovunque, anche in India. Idem l’Egitto che arriva anche in Thailandia. E le fragole italiane? “Non vanno molto lontano in questo momento. Ci sono mercati dove non sono presenti, per esempio la Norvegia e l’Arabia Saudita, dove invece troviamo quelle spagnole, egiziane o olandesi. La Norvegia arriva a pagare 5000 dollari a tonnellata, forse vale la pena essere presenti qui” commenta Knowles.
La Francia, un’ottima opportunità
Osservando i dati di un’indagine rivolta a 3000 consumatori (on line) di Francia, Germania e Regno Unito per capire in che momenti della giornata i consumatori di questi Paesi consumano fragole, è emerso come le opportunità di export per l’Italia non manchino, sebbene ognuno di essi abbia ovviamente consuetudini differenti. Se nel Regno Unito e in Germania il consumo è ben distribuito durante tutta la giornata, in Francia, invece, c’è come una sorta di vuoto, soprattutto a colazione o come snack durante la giornata, che potrebbe essere colmato, per esempio, da quelle italiane. Eppure, sempre secondo il sondaggio, per l’80% del panel che ha partecipato al sondaggio, consumare berries che vengono dall’estero non è ben visto? “Significa che c’è un’opportunità per spiegargli la qualità dell’origine italiana e quindi convincerli del contrario” sostiene Knowles.
In conclusione, il giornalista inglese ha anche sottolineato come una leva per migliorare l’export sia quella di insistere sul tema del salutismo, aspetto che le fragole riescono a interpretare perfettamente e che è un argomento di grande interesse un po’ su tutti i mercati. E poi il packaging innovativo, ma anche l’automazione della raccolto o ancora il vertical farming, sono tutti temi che potrebbero essere utili per agevolare l’export delle fragole italiane.