Il duplice crollo dei consumi e dei prezzi all’origine (-30% per grano e latte, -53% per le pesche nel 2009) ha un nuovo imputato. Accattivante, colorato, ingombrante: il packaging, il cui costo è spesso superiore a quello del prodotto contenuto – basti confrontare i prezzi delle bottiglie con quelli delle conserve, dei brick e dei succhi, dei barattoli e dei legumi. Situazioni drammatiche e paradossali, evidenziate dall’ultimo rapporto Coldiretti sulle spese alimentari degli italiani, da cui emerge l’impatto economico ed ambientale degli imballaggi: 12 milioni di tonnellate l’anno, il 40% dei rifiuti totali. Un peso che grava sulle tasche di produttori e consumatori e sulle discariche, ma che può e deve essere alleggerito da una nuova “cultura della spesa”: consapevole, sostenibile, solidale. Si moltiplicano infatti in Italia gli adepti dello shopping no-frills, con meno fronzoli e più sostanza, coinvolgendo anche il settore agroalimentare. Tra le iniziative adottate, il sito www.campagnamica.it segnala la distribuzione di prodotti “alla spina” (pasta, riso, legumi, frutta secca e latte), oltre alla crescente diffusione della vendita diretta e dei GAS (gruppi d’acquisto solidale).
Packaging? No, grazie!
Il peso degli imballaggi sull’agroalimentare secondo Coldiretti
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