Dalle buste cucite per l’abbigliamento, negli anni Sessanta, ai contenitori di plastica per i settori industriale e agricolo fino al campo militare con una fornitura alla Nato. In quasi sessant’anni di storia la toscana Capp Plast è riuscita a differenziare il prodotto crescendo costantemente fino a diventare leader nei contenitori in plastica.
Negli ultimi anni i contenitori di grandi dimensioni per l’industria e l’agricoltura hanno trainato l’export del segmento contenitori che oggi fattura sull’estero il 50% del totale. Il segreto del successo? “I nostri prodotti hanno un altissimo grado di affidabilità nel tempo, utilizziamo solo materie prime vergini, non riciclate, e riusciamo a progettare i nostri contenitori con caratteristiche tali da adattarle alle esigenze dei vari settori” spiega Filippo Baldi responsabile marketing dell’azienda che conta circa 200 dipendenti, due stabilimenti in Toscana – tra Prato e Campi Bisenzio – e tre sedi commerciali in Germania, Francia e Turchia.
Capp Plast inizia a produrre a Prato negli anni Sessanta buste in plastica per ricoprire le grucce di abiti. Da lì alla cassetta il passo è stato breve, grazie alla capacità di “saper interpretare le esigenze dei clienti e riadattare il prodotto, una caratteristica che ci contraddistingue da sempre” spiega Baldi. Il filato in lana – che a Prato veniva prodotto in grande quantità – si rovinava all’interno di cassette in legno ed è così che sono nati i primi contenitori in plastica Capp Plast. Oggi l’azienda produce varie tipologie di packaging in plastica: buste wicket, utilizzate per prodotti quali rotoli di carta da casa o carta igienica, flaconi per il settore cosmetico, farmaceutico e agroalimentare, in particolare per olio, aceto e latte e i contenitori diversificati per il comparto agricolo, industriale, smartbox a sponde abbattibili e casse di piccole dimensioni per il settore tessile. Da alcuni anni l’azienda fornisce smartbox anche alla Nato per le loro necessità logistiche.
Per il settore agricoltura Capp Plast produce contenitori in plastica utilizzati da alcune tra le più importanti aziende e cooperative italiane quali Rivoira, Spreafico, Don Camillo e Sanifrutta. “Produciamo all’anno circa 450mila contenitori di cui 250mila sono destinati al settore agricolo – spiega Baldi – i nostri contenitori sono versatili e adatti a moltissimi prodotti ortofrutticoli, tra cui meloni, patate, pomodori, pesche, olive, carote, pere, kiwi, mele. Grazie alle vendite nel comparto agricoltura abbiamo incrementato anche le vendite complessive estere dei contenitori nei nostri Paesi di riferimento, tra cui, oltre all’Italia, Germania, Francia e Olanda”.
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