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Radicchio di Treviso Igp. Gong di inizio della campagna del tardivo

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Autore Jessika Pini

Stagione promettente per il radicchio di Treviso Igp. Obiettivo: raddoppiare le superfici coltivate facendo leva su territorio e biodiversità

Si è aperta questa settimana la campagna del Radicchio rosso di Treviso Igp tardivo con l’inizio della raccolta delle piante e la messa a dimora nelle acque di risorgiva del fiume Sile, ad una temperatura naturale di 13-17 °C, per la rifioritura e l’imbianchimento. Le condizioni climatiche dei mesi di coltivazione in campo e le non troppo forti gelate di inizio inverno preannunciano un buon avvio della stagione commerciale.

Un inizio di campagna segnato anche dall’annuale consegna del Radicchio d’Oro a personalità di vari settori della società che si sono distinti per professionalità e passione. Tra i premiati della diciottesima edizione Luigi Scordamaglia, amministratore delegato e vice presidente di Inalca e Mauro Rosati, direttore Qualivita, per l’enogastronomia, Martina Colombari per l’impegno civile ad Haiti, Al Bano per lo spettacolo, la tuffatrice Francesca Dallapé e la nuotatrice Aglaia Pezzato per lo sport.

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Radicchio d’oro 2016

L’evento voluto da Egidio Fior, titolare dell’omonimo albergo, e dal Gruppo dei ristoratori del radicchio apre le settimane enogastronomiche che fino a febbraio vedono coinvolti i ristoranti del territorio di produzione nella proposta delle varie modalità di utilizzo del Treviso tardivo e del Variegato di Castelfranco Igp in cucina.

Dal riconoscimento della denominazione nel 1998 la superficie coltivata a trevigiano è passata da 200 a 2 mila ettari e l’obiettivo è raddoppiare nei prossimi 15-20 anni.

“Per poterci riuscire dobbiamo prima di tutto favorire la crescita della domanda ‒ afferma Cesare Bellò, consigliere delegato Opo Veneto ‒ facendo conoscere il valore aggiunto di questo prodotto in linea con la ricerca di qualità unitamente all’integrità dell’ambiente di produzione che i consumatori, sempre più spesso desiderano, come dimostra il successo inarrestato del biologico negli ultimi anni. Il Radicchio di Treviso tardivo Igp non è un ibrido, ma è frutto di una selezione massale del seme e viene prodotto all’interno del Parco regionale del Sile in un contesto di grande tutela e mantenimento della biodiversità vegetale e faunistica”. L’attività di comunicazione avviene con il supporto dei fondi europei del programma triennale “L’Europa firma i prodotti dei suoi territori: Gusta la differenza!”.

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