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Aglio polesano. Il Consorzio: “Battiamo la Cina con la qualità”

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Autore Redazione

Solo il 5% di aglio bianco polesano Dop finisce all’estero, schiacciato dalla concorrenza sleale cinese. L’appello del presidente del Consorzio Massimo Tovo a Macfrut: “La Gdo valorizzi i prodotti del territorio”

È una delle eccellenze del nostro Paese ma fatica ad emergere sul mercato – sia nazionale che estero – per colpa della “concorrenza sleale cinese”. L’aglio bianco polesano vanta una storia plurisecolare e dal 2009 ha ricevuto il riconoscimento di prodotto denominazione di origine protetta, coltivato e lavorato nella zona di Rovigo secondo un rigido disciplinare. Nel 2011 è nato il Consorzio di Tutela – a cui aderiscono 25 soci produttori – che cerca di difendere e valorizzare l’aglio polesano rispetto all’aglio che arriva dalla Cina, il maggior produttore a livello mondiale.

Secondo i dati raccolti dall’Università di Padova e presentati nel corso di un convegno all’ultima edizione di Macfrut, il Paese del Dragone immette sul mercato circa 20 milioni di tonnellate all’anno mentre l’Italia arriva in coda agli altri Paesi con 30mila tonnellate. Una battaglia che si può vincere in un solo modo: a colpi di qualità.

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Il convegno a Macfrut. Da sinistra. Massimo Tovo, presidente del Consorzio Aglio bianco polesano, il giornalista e scrittore Giancarlo Roversi, Carlo Nicoletto ricercatore dell’Università di Padova

Il nostro prodotto – ha spiegato Massimo Tovo, presidente del consorzio di tutela – è sinonimo di alta qualità data dal territorio di produzione, storicità secolare data dall’ecotipo bianco polesano, presente e futuro dato da ricerca e innovazione dei processi produttivi, sicurezza alimentare attraverso rigorosi controlli interni ed esterni”.

Eppure solo il 5% della produzione di aglio polesano è destinata all’estero e sulle tavole italiane spesso arriva aglio cinese, a basso costo e bassissima qualità, attraverso una concorrenza che il Consorzio definisce “sleale” parlando di vero e proprio “contrabbando”.

“Sarebbe necessario  – ha continuato Tovo – posizionare in modo corretto ed efficace sul mercato interno i prodotti a marchio, ad esempio facendo in modo che la Gdo regionale inserisca obbligatoriamente nei propri punti vendita i prodotti Dop, Igp e Bio del territorio. Non costerebbe nulla e sarebbe un grande aiuto per i nostri prodotti”.

È inoltre necessario lavorare sull’informazione per far capire al consumatore qual è la differenza tra un prodotto commerciale e uno a denominazione. Nel corso del convegno il professore Carlo Nicoletto, docente al Dafnae, Dipartimento di agronomia, animali, alimenti, risorse naturali e ambientali dell’Università di Padova, ha presentato i risultati di uno studio sull’aglio bianco polesano confrontato con aglio prodotto in altri Paesi. Tra le qualità del bianco polesano, l’alto contenuto di proteine – il 6% rispetto agli altri al di sotto dell’1% – e le forti proprietà anti-cancerogene.

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