Vendite record per le Gala
In totale le mele vendute sul mercato nazionale sono state pari 887.653 tonnellate, in linea con gli anni precedenti e i piani di decumulo. A gennaio gli stock di mele da tavola ammontano a 1.121.493 tonnellate, inferiori a quelli dello stesso periodo dello scorso anno.
Per il gruppo Gala, Assomela registra una vendita record sia per il mese di gennaio, con 32.915 tonnellate, che da inizio stagione, con 247.233 tonnellate. Le scorte attuali, pari a 39.624 tonnellate, potrebbero quindi terminare con un mese di anticipo rispetto allo scorso anno. “Fluido” secondo Assomela il decumulo di Golden Delicious (280.000 tonnellate commercializzate dall’inizio della campagna), giacenze inferiori per le Granny Smith e le Braeburn. Da qualche settimana è iniziata, infine, la commercializzazione della Fuji.
Emisfero Sud. Meno export verso l’Europa
La produzione di mele nei paesi dell’Emisfero Sud dovrebbe calare del 2% rispetto alla scorsa stagione con un volume complessivo pari a 5.297.000 tonnellate. Le qualità è considerata generalmente buona (grandine in Argentina e calibri più piccoli in Sudafrica) e i primi arrivi in Europa sono previsti per metà-fine marzo.
Dai dati dei programmi di esportazione si rileva come i quantitativi destinati all’export saranno superiori del 6% rispetto all’anno scorso ma non avranno come destinazioni preferenziali i Paesi europei a causa della forte produzione locale, del tasso di cambio sfavorevole con l’Euro e per il perdurare dell’embargo russo.
Stock bassi in Usa, meno pressione per le varietà rosse italiane
Sebbene al momento la remunerazione per i produttori non sia ancora completamente soddisfacente, anche se in ripresa, molte delle conclusioni che trae Assomela sono certamente positive. Per esempio, gli stock di mele stark statunitensi sono bassi (del 36% inferiori a gennaio rispetto all’anno scorso), e questo consentirà alle mele rosse italiane, come Red Delicious e Braeburn di “trovare meno pressione sui mercati internazionali e migliorare i loro trends di vendita”.
La Polonia, la cui produzione melicola sino a prima dell’embargo, era destinata quasi interamente alla Russia, non pare esercitare pressione sui mercati europei, soprattutto a causa di un assortimento varietale che non piace al resto d’Europa. I produttori polacchi potranno far fronte a questa delicata situazione attraverso gli aiuti stanziati dalla Comunità Europea per il ritiro di circa 300mila tonnellate.