Sembra giunta all’ultimo atto la lunga querelle sul futuro di Esselunga. Domani il patron Bernardo Caprotti, che detiene nelle sue mani le redini della catena distributiva fin dalla sua creazione, scioglierà l’enigma su chi sarà l’acquirente di Esselunga e quali saranno i termini di quest’operazione che è nell’aria da tempo e che sembra destinata a modificare il profilo della distribuzione moderna nel nostro paese. Esselunga, 132 negozi un fatturato 2006 di 490 miliardi di euro e un utile netto di 179,5 milioni di euro, in crescita del 67,4% rispetto all’anno precedente, fa gola a molti acquirenti. In Primis a Tesco, colosso della Gdo d’oltremanica, da tempo accreditato come il presunto compratore. Oppure, come rumoreggia la stampa, gli spagnoli di Mercatona o El Corte Inglés, che avrebbero portato avanti la loro candidatura. Ma nel toto acquirente che è stato fatto in questi giorni sono stati fatti i nomi di Rewe, del big statunitense Wal-Mart, oppure di alcuni fondi di private equity, tutti attratti dagli ottimi risultati della catena di Caprotti. Anche gli acerrimi nemici di Coop sono stati indicati come possibili compratori: ma vista la lettera scritta di suo pugno e inviata al Sole 24 Ore, nella quale il grande vecchio della distribuzione nazionale spara a zero sul mondo cooperativo, sui suoi uomini e sui suoi metodi di lavoro, c’è da aspettarsi una ferrea opposizione.(db)
Foto in home page : Bernardo Caprotti