Meno alimentari più tecnologia

Secondo il rapporto Coop su “consumi e distribuzione”, consumi in crescita, ma flette la quota destinata all’alimentazione. Ortofrutta in controtendenza

Consumi in crescita ma con una ripartizione dalla spesa che privilegia servizi e tecnologia a scapito dell’alimentare. Il rapporto Coop 2007 “Consumi e distribuzione” ci presenta la fotografia di un paese in cui, dopo una lunga crisi che si è protratta fino al 2006, nell’anno in corso si avrà una buona ripresa dei consumi delle famiglie, che metteranno a segno un +1,9%. Secondo il rapporto Coop, l’Italia è il paese con crescita economica più lenta di tutta l’area euro, nonostante una situazione occupazionale decisamente favorevole, visto che gli impiegati sono passati dai 21,85 milioni del 95 ai 24,75 milioni del 2006. La minore velocità di sviluppo italiana è determinata dal basso apporto di esportazioni e investimenti mentre la crescita dei consumi delle famiglie, sebbene più bassa di quella europea, è la principale protagonista della recente ripresa. Oggi le famiglie italiane acquistano in prevalenza beni durevoli (auto, mobili, elettrodomestici), subiscono il fascino dell’innovazione con un vero boom dell’elettronica di consumo e, contemporaneamente, riducono nel loro paniere la quota della spesa per alimentari e per vestiario e calzature. Per fare un esempio, i consumi di prodotti ortofrutticoli sono aumentati del 35% nel decennio 1996/2006, contro un incremento del 151% della spesa per gli equipaggiamenti telefonici. In sostanza, negli anni si è assistito a uno spostamento marcato di spesa dai beni ai servizi: attualmente la spesa destinata ai servizi si attesta su un 49% del totale dei consumi (erano il 32% nel 1970 e il 41% nel 1990) mentre i prodotti alimentari pesano oggi meno del 15% della spesa totale (valevano nel 1970 quasi il 33% dei consumi delle famiglie). Comunque positivo il dato riferito al consumo di ortofrutta: nel 2006 gli italiani hanno speso 14,5 milioni di euro per l’acquisto di verdure e 9,3 milioni di euro per la spesa di frutta, in entrambi i casi con un buon incremento rispetto all’anno precedente, rispettivamente del 2,3 e del 3,5%. Probabilmente cominciano a dare i primi frutti le campagne volte a incrementare la quota di frutta e verdura che finisce sulla tavola dei nostri connazionali.(db)

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