Toscana: è allarme per l’ortofrutta

Una moria di aziende minaccia l’ortofrutticoltura toscana: -30% in cinque anni

L’ortofrutticoltura toscana lancia un grido d’allarme: secondo Stefano Meli, presidente di Confcooperative di Firenze e Prato, negli ultimi cinque anni il numero delle aziende che operano in questo settore è diminuito del 30%, passando da 137mila del censimento 2001 a poco meno di 100mila secondo uno studio Arsia del 2006. Oggi il valore annuo della produzione ortofrutticola toscana è di circa 35 milioni di euro, ossia solamente l’1,5% del totale nazionale. “E’ un momento difficile – spiega il presidente – che rischia di avere pesanti ripercussioni sia sul piano sociale che sulla gestione del territorio”. E in questa congiuntura negativa, sono proprio le piccole aziende ad essere le più penalizzate: “Abbiamo una tradizione storica particolare – prosegue Meli – con un tessuto diffuso di aziende medio-piccole, capaci di produzioni di alta qualità. Basti pensare che solo il 27% degli operatori del settore fattura più di 10 mila euro”. In questa situazione di crisi alcune zone come il Mugello, la Maremma e la Valdichiana mantengono un elevato livello qualitativo e garantiscono ottima redditività agli agricoltori, mentre in altre aree, con un tessuto produttivo meno strutturato, le aziende soffrono molto di più “Ciononostante – conclude Meli – la produzione ortofrutticola rappresenta un valore aggiunto della nostra terra, con prodotti di nicchia e garanzia di freschezza, e le varie aziende rappresentano un presidio essenziale del territorio, che altrimenti rischierebbe l’abbandono”. (db)

Foto in homepage: Stefano Meli presidente Confcooperative di Firenze e Prato

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