La protesta degli agricoltori arriva fino a Parigi. Al Salone dell’Agricoltura che si apre domani nella capitale francese. Ma la notizia non è questa, bensì l’annuncio del presidente della Repubblica Emmanuel Macron di partecipare a un dibattito “con tutti gli attori del mondo agricolo“. Un passaggio importante vista l’alta conflittualità del mondo agricolo francese.
Il Salone dell’Agricoltura è un appuntamento importante per la politica francese anche perchè frequentato da centinaia di migliaia di visitatori. In questa edizione al centro dell’attenzione oltre gli aspetti commerciali, le innovazioni tecnologiche, i nuovi prodotti c’è la politica. Quella agricola europea e quella nazionale, il movimento di protesta si è materializzato in tutta la nazione.
Incontri ma senza ambientalisti
Il clima non è sereno. L’annuncio della presenza al dibattitto con le associazioni degli agricoltori del gruppo ecologistica Les Soulèvements de la Terre ha creato forti malumori tra gli agricoltori. Il presidente di Fnsea, storica associazione agricola fondata nel lontano 1946, Arnaud Rousseau si è scagliato duramente contro questa ventilata partecipazione. Chiare le sue parole: “Provocazione inaccettabile“. In caso di presenza degli ambientalisti si è minacciata la diserzione dall’appuntamento.
Alla fine è stata smentita la partecipazione di Les Soulèvements de la Terre. In ongi caso si attende un confronto serrato tra agricoltori e Governo francese. Basta leggere cosa scrivono i rappresentanti di Fnsea sul loro sito: “In questo contesto il Salone si propone come un momento eminentemente politico, perché si attende la traduzione concreta degli impegni del Governo. Gli agricoltori sono quindi fortemente mobilitati e attenti ai progressi che verranno loro presentati”.
Insomma va bene l’incontro con il governo e con il presidente Macron, ma i trattori sono pronti a ripartire se non verranno soddisfate le richieste. C’è da capire, quindi, e non solo a livello francese, se la protesta e le rivendicazioni continueranno per molto tempo. I temi sono anche ottimo pane per la campagna elettorale delle europee dove questa volta la questione agricola è diventata centrale.