In una nota Pro Food – Gruppo Produttori Imballaggi per Alimenti Freschi – mette in luce i punti critici della proposta europea sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio Ppwr.
La proposta di regolamento su imballaggi e rifiuti da imballaggio (Ppwr) presentata dalla Commissione Europea mescola alcuni positivi principi-guida con una critica ideologica verso abitudini di consumo e stili di vita popolari, e soprattutto con un’idea di sostenibilità che non considera gli impatti economici e sociali, che, una normativa del genere avrebbe. Fermo restando che i benefici ambientali di questo regolamento restano dubbi.
Le criticità
Il Ppwr contiene numerosi punti negativi rispetto a intere filiere e agli interessi nazionali. In particolare la proposta: non è supportata da chiare e inconfutabili evidenze scientifiche; favorisce il riuso a scapito del riciclo, che è invece un’eccellenza italiana (anche per gli imballaggi plastici); spinge per sistemi di riutilizzo spesso inapplicabili e potenzialmente rischiosi per la sicurezza del consumatore; mette al bando imballaggi plastici già oggi riciclabili, riciclati e contenenti anche più del 70% di riciclato, quindi oltre la soglia che lo stesso Regolamento fissa come obiettivo per il 2040 (50%); con il bando di imballaggi per ortofrutta al di sotto di 1,5 kg danneggia la distribuzione e l’export di frutta e verdura; disconosce il ruolo fondamentale degli imballaggi nel contenimento dello spreco alimentare che è oggi fra le maggiori cause di produzione di CO2; limita le possibilità di sviluppo della filiera della bioplastica italiana soprattutto nel settore Horeca.
Il percorso legislativo
La votazione del 24 ottobre in Commissione Envi, che ha la competenza diretta e titolarità sulla proposta di Regolamento, ha evidenziato una sostanziale spaccatura sugli articoli più criticati, 22 e 26, relativi agli imballaggi per ortofrutta e Horeca: questi passaggi sono stati approvati con uno scarto ridottissimo.
Il 22 novembre si terrà l’ultimo atto di questa fase legislativa, il voto in assemblea plenaria del Parlamento europeo.
Nel frattempo il Consiglio dell’Unione Europea ha cominciato a sua volta l’esame della proposta Ppwr.
Il testo di compromesso presentato dalla Presidenza spagnola peggiora ulteriormente alcune norme-chiave, e non rispecchia minimamente la posizione fin qui sostenuta dal Governo Italiano a difesa degli interessi nazionali.
Tenere il punto
A fronte di questa situazione riteniamo fondamentale che gli Europarlamentari italiani presentino e sostengano emendamenti che vadano nella direzione di una profonda rivisitazione dell’intero provvedimento.
Auspichiamo inoltre che il Governo Italiano tenga il punto e che esprima una critica netta della proposta della presidenza spagnola. La cancellazione dei punti 2 e 3 dell’Allegato V collegato all’articolo 22, e dei paragrafi 2,3,4,5, e 6 dell’articolo 26, è necessaria.
In questa azione l’Italia può trovare nuovi alleati: stanno infatti emergendo diversi malumori in molti Stati membri.
L’Italia che lavora è contro il Ppwr
Questa è la voce di Pro Food e quella dei quasi 5.000 dipendenti delle sue aziende; ma sappiamo che tutte queste istanze sono anche quelle dell’industria del riciclo, della filiera agro-alimentare, della ristorazione collettiva, della grande distribuzione: come dimostrato dalla recente audizione alla Camera delle Confederazioni di agricoltura, industria, commercio, artigianato (https://www.confagricoltura.it/ita/area-stampa/comunicati/regolamento-ue-imballaggi-le-imprese-in-audizione-alla-camera-forte-allarme-a-rischio-intere-filiere).
Stesso tono hanno avuto e hanno prese di posizione congiunte di altre associazioni di categoria e del mondo cooperativo (https://www.coldiretti.it/ambiente-e-sviluppo-sostenibile/ue-appello-dalle-associazioni-alla-meloni-no-a-regolamento-imballaggi-perche-aumenta-inquinamento) e da tutte le sigle sindacali (https://agenparl.eu/2023/11/16/documento-filctemcgil-femca-cisl-uiltec-uil-in-merito-al-regolamento-ue-imballaggi-e-rifiuti-di-imballaggio-ppwr/). Siamo certi che queste siano anche le istanze della gran parte dei consumatori-cittadini italiani, conclude la nota Pro Food.
Fonte: Pro Food