Il prezzo delle ciliegie supera in molte città italiane i 10 euro il chilo (ma anche i 15, arrivando a 18 euro/kg), e il comparto può ringraziare il quotidiano online Il Post che fa un articolo per spiegare ai consumatori come, dietro, ci sia un motivo e il prezzo elevato un “segnale che qualcosa è andato storto“.
“Anche nel 2022 i prezzi erano decisamente alti rispetto al solito – ricorda Il Post – ma i rincari erano dovuti principalmente all’aumento dei costi dell’energia e dei carburanti determinato tra le altre cose all’invasione russa in Ucraina, che ha danneggiato quasi tutti i settori dell’economia. Quest’anno c’è un altro problema: le ciliegie sono particolarmente costose – anche rispetto agli altri frutti – perché in molte regioni la pioggia intensa, la grandine e il vento hanno decimato la produzione“.
La parola passa a Mario Di Guida, presidente dell’associazione produttori ciliegie e coltiva ciliegie a Chiaiano, a nord di Napoli, che racconta come a ogni temporale corrisponda un danno ingente: “Basta poca acqua a far gonfiare la frutta, già ingrossata dal succo, e rompere la buccia. Nelle ultime settimane, con l’inizio della raccolta, gli agricoltori si sono accorti che moltissime ciliegie erano da buttare, danneggiate dalla pioggia e dalla grandine: si sono rotte, e quindi si possono vendere solo alle grandi aziende alimentari con guadagni minimi, oppure sono cadute a terra non ancora mature. Per ora – aggiunge – nel mio ettaro di terreno ho raccolto il 60% in meno“.
La Campania è la seconda regione italiana per quantità di ciliegie prodotte, mentre la prima è la Puglia, dove in anni normali, senza le conseguenze del maltempo, vengono raccolte circa 33mila tonnellate di ciliegie, pari a circa il 35% della produzione nazionale per un fatturato intorno ai 22 milioni, concentrato soprattutto nella provincia di Bari.
Il caso delle alluvioni in Emilia Romagna è particolarmente grave, ma negli ultimi anni anche in Puglia si sono intensificati temporali e grandinate che danneggiano i frutti sugli alberi. Nicola Giuliano, titolare della Giuliano Puglia Fruit di Turi, in provincia di Bari, ha definito l’annata del 2023 “un disastro epocale”.
Capire le dinamiche dei prezzi
Anche se molto dipende dalla varietà, solitamente un chilo di ciliegie viene venduto dal produttore a poco meno di 2 euro il chilo, un prezzo che aumenta nei passaggi della filiera fino al consumatore finale: lo scorso anno i rincari tra i vari passaggi erano stati notevoli a causa del prezzo dei carburanti e dell’energia. Quest’anno, per via dei danni dovuti al maltempo, il prezzo per chilo è già alto all’origine.
In Puglia la produzione delle varietà precoci, Bigarreau e Giorgia, è crollata del 90% rispetto allo scorso anno. “Già in aprile il clima non era stato troppo buono, ma il peggio è arrivato poco dopo con vento, grandine e piogge durate per oltre 15 giorni che hanno spaccato il prodotto maturo sulle piante e anche quello ancora in fase di maturazione – ha detto Giuliano al Post – Il 90% del raccolto di maggio di tutta la produzione pugliese è andato perduto. Una cosa mai accaduta prima: ho 59 anni e da 45 lavoro nel settore. Non era mai successo di fermare gli impianti per mancanza di prodotto“.
Climate change e coperture
Secondo la Coldiretti della Puglia, i danni e la forte contrazione della raccolta sono un chiaro segnale dei cambiamenti climatici: eventi così intensi c’erano anche in passato, ma oggi sono più frequenti. Negli ultimi anni molti produttori si sono attrezzati installando coperture di materiale plastico che proteggono dall’eccessiva pioggia e soprattutto dalla grandine. Esistono anche coperture contro gli insetti, in particolare la Drosophila suzukii, il “moscerino capace di perforare la buccia per inserire l’uovo direttamente nella polpa causando la perdita di notevoli quantità di prodotto”. Si tratta però di impianti costosi che impongono investimenti da cui è complicato rientrare in poco tempo.
Ora i cerasicoltori pugliesi sperano nelle varietà tardive, come la Ferrovia. Tuttavia, le conseguenze del maltempo danneggiano anche queste cultivar, perché il vuoto di offerta italiana nella grande distribuzione favorisce l’importazione di ciliegie dall’estero. Tanto per cambiare, se ne è approfittata la Spagna, che è riuscita a portare grandi quantità di ciliegie sugli scaffali dei supermercati italiani a prezzi competitivi. Per leggere l’intero articolo cliccare qui: https://www.ilpost.it/2023/06/10/prezzi-ciliegie/
Fonte: ilpost.it