Zucchine, pomodori, uva da tavola o mele che siano, funziona così: le aziende strutturate, cosiddette evolute, fanno pianificazione a lungo termine, valutano i dati di mercato e decidono di investire nelle specie e/o varietà che hanno maggiore appeal per i consumatori. Garantendo la continuità e la costanza qualitativa della fornitura.
Simone Dalla Valle, presidente di Eurocirce, azienda di riferimento nella produzione e commercializzazione di zucchine, non si allontana dalla via maestra: “Bisogna muoversi con pianificazioni a lungo termine – dice a myfruit.it – E la scelta varietale è determinante. Noi facciamo test continui, soprattutto sulle varietà resistenti alle principali malattie (ToLCNDV, Tomato leaf curl New Delhi virus per primo, ndr), ma che garantiscano anche le migliori rese”.
“I calibri invece ormai sono standardizzati, sul mercato prevale la zucchina scura, di dimensioni medio-grandi che la Grande distribuzione organizzata chiede perché facilmente reperibile da tutti i fornitori e vendibile ovunque. Anche se, purtroppo, con un appiattimento verso il basso per quanto riguarda soddisfazione al palato ed economica”. Basti dire che un calibro piccolo (7/14) spunta fino a 2 euro nei mercati contro l’euro dei calibri grossi. “Per non parlare di inflazione – continua Dalla Valle – La settimana scorsa il prodotto che abbiamo venduto a 0,80/1 euro era a scaffale a 3,99”.
Chiare o scure
Ormai solo nella zona di Roma, Torino e Firenze la zucchina chiara ha ancora un suo mercato; il resto d’Italia e l’estero chiedono le scure. “Noi avevamo una varietà molto chiara da destinare in particolare ai mercati, che restano i veri specialisti di frutta e verdura – ricorda Dalla Valle – Ma era una varietà sensibile al ToLCNDV, così ora ci siamo orientati sulla Ortano, una cultivar bianca, costoluta ma, purtroppo, sempre sensibile al virus”.
Lo studio di nuove varietà resistenti al New Delhi resta una priorità per Eurocirce. “La resistenza completa al virus ancora non è assicurata, ma qualche nuova cultivar sta rispondendo bene – afferma Dalla Valle – Il problema però si sta ampliando per via del cambiamento climatico che sta mettendo a dura prova le colture dal punto di vista fitopatologico. Con il caldo, poi, le malattie si diffondono ancora più rapidamente e le zucchine – tutte – soffrono il caldo ma, poi, anche la mancanza di sole. Le nuove varietà non fanno eccezione, anzi sono più sensibili ai picchi di temperatura. Per tutto ciò che non è New Delhi, diciamo che una soluzione si trova. In serra infatti possiamo tenere monitorate le colture e intervenire con l’acqua o con trattamenti specifici”.
Un aiuto dalla gestione dei trapianti
“Noi facciamo due trapianti – spiega il presidente di Eurocirce – Il primo in ottobre ci permette di fornire zucchine da novembre a marzo. Volumi molto ridotti ma con prezzi soddisfacenti vista l’offerta ridotta al prodotto siciliano. Il secondo trapianto, invece, si fa a novembre con il prodotto che arriva da fine gennaio a giugno e si punta sulla quantità, con prezzi bassi. Diciamo che ora preferiamo aspettare un mese perché riusciamo a coprire gennaio e febbraio, i mesi migliori”.
Autunno in sofferenza, ma…
Simone Dalla Valle commenta anche la stagione commerciale: “Il mercato è stato altalenante per tutto il periodo autunnale, a causa della maggior produzione in Sicilia e in Spagna – racconta – Oltre al surplus di offerta, però, va segnalato il danno indotto da tante piccole aziende che, pur di entrare nelle catene, svalutano il prodotto e lo offrono a prezzi stracciati. Noi ci difendiamo garantendo la continuità e qualità dell’offerta, ma è sempre più difficile. Non dimentichiamo che nel periodo estivo il nord Italia, con Verona, Udine e Bologna, è favorito in termini di trasporti ma anche di migliori standard qualitativi. Allo stato attuale, però, le premesse non sono male. Il freddo si è fatto attendere, quindi ora contiamo faccia freddo ancora a lungo per mantenere il prezzo più avanti nella stagione”.