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Campagna agrumicola 2022 ad alto rischio

Allarme dai produttori. Manganaro di Fruitimprese: ”Costi fuori controllo”. Zarba: “Investiamo sulle rinnovabili”

Una campagna che non promette niente di buono per gli agrumicoltori siciliani. I toni delle imprese sono apocalittici e come smentirle visti i rincari e il crescente calo dei consumi innestato da inflazione e tensioni geopolitiche che hanno trascinato al rialzo i fattori di produzione. Una tempesta perfetta per  Placido Manganaro, presidente Fruitimprese Sicilia, e conferma le criticità Giuseppe Zarba rappresentante dei grossisti del mercato di Vittoria che invita  a non perdere l’occasione per investire nelle rinnovabili.

La tempesta perfetta

Vediamo cosa dicono dalla Sicilia: “La campagna agrumicola 2022-2023 in Sicilia è a rischio, stretta in una tempesta perfetta di aumenti a doppia cifra di logistica, energia, imballaggi e materie prime”. Più chiari di così.

L’analisi  è emersa da un incontro di Fruitimprese Sicilia con le aziende del territorio. Sintetizzando le conclusioni dell’incontro tra le imprese più rappresentative dell’agrumicoltura isolana, Placido Manganaro, presidente Fruitimprese Sicilia, parla di “preoccupazione e sfiducia dilaganti tra gli operatori: i costi fuori controllo, le bollette pazze di gas e luce, i trasporti con costi proibitivi impediscono alle aziende qualunque programmazione in vista dell’avvio della campagna agrumicola che parte in ottobre con limoni e arance Navelina per poi passare all’arancia rossa Tarocco e ai mandarini”.

Chiudono le industrie di trasformazione

I guai sono anche fuori dai campi. “Anche la filiera intermedia di trasformazione del prodotto è in emergenza – spiega ancora Manganaro – molte industrie di trasformazione stanno chiudendo e così viene meno anche la possibilità di collocare il prodotto di seconda/terza scelta che dovrà essere destinato al macero con elevati costi di smaltimento destinati, inevitabilmente, a ricadere sulle aziende produttrici visto che le arance di scarto sono considerate rifiuti speciali”.

“Gli operatori si trovano in gravissime difficoltà a causa di costi colturali quasi raddoppiati a causa degli aumenti dell’acqua, dell’energia, dei concimi, dei fertilizzanti, e anche per l’aumento del costo della manodopera che ad oggi si attesta dagli 80 ai 100 euro al giorno/per lavoratore”.

Incognita energia

Senza sapere quale sarà il prezzo dell’energia il mese prossimo e con consumi previsti in continua diminuzione in Italia e in Europa, le aziende del settore si chiedono se vale la pena e a quali condizioni avviare una campagna agrumi che, al momento, non offre realistiche prospettive di reddito. “Non sappiamo quanto ci costerà tenere attivi gli impianti e le celle frigorifere, di conseguenza il rischio che gli agrumi restino sugli alberi è altamente concreto, con tutte le conseguenze del caso sul piano sociale e dell’occupazione”. “La Sicilia, – aggiunge Manganaro – oltre ai fattori congiunturali di crisi, soffre dei purtroppo noti gap strutturali tra i quali, per esempio, il maggior costo del trasporto, ma anche e soprattutto il costo del lavoro e dei contributi previdenziali, di molto superiori a quelli sostenuti dai nostri competitor europei”.

Giuseppe Zarba: sfruttiamo la crisi per produrre con  le rinnovabili

Il rappresentante, presidente  Fedagro,  degli operatori del mercato all’ingrosso di Vittoria sottoscrive l’analisi di Fruitimprese: “Confermo che questi problemi ci sono, la manodopera oltre a i costi che sono lievitati, anche se onestamente questi sono i salari giusti secondo me, non si riesce a reperire”.  Poi i rincari: “I costi del trasporto l’aumento c’è ma non è così importante da limitarne le vendite, il problema vero è il costo dei fertilizzanti e fitofarmaci che si è quadruplicato in un anno, oltre al rincaro delle bollette che costringerà molte aziende a spegnere le pale antigelo”.

Soffre tutta la filiera: “La stessa situazione d’incertezza la stiamo vivendo nel settore ortofrutticolo. Inoltre i rincari energetici stanno mettendo in difficoltà diversi grossisti e operatori dei mercati ortofrutticoli, si prospetta un’annata agraria difficile”. Va male ma questa crisi può essere un’opportunità:  “È veramente importante che le aziende sfruttino i fondi del Pnrr per l’energia rinnovabili, se si vuole restare in vita bisogna necessariamente ammodernare l’azienda ed essere energeticamente indipendenti, bisogna cogliere le opportunità che grazie o purtroppo questa crisi ci ha regalato”.

I numeri del settore

Nel territorio siciliano si concentra il 57% delle produzioni nazionali di agrumi, circa 70 mila ettari nella sola Sicilia Orientale. Nel comparto lavorano circa 18.000 addetti tra fissi e stagionali per un giro d’affari di circa 1 miliardo di euro l’anno. Nel 2021 l’export nazionale di agrumi ha superato i 234 milioni di euro. Il valore dell’export siciliano è di oltre 68 milioni di euro  per le arance, 2,5 milioni per i mandarini e 2,6 milioni  per le clementine, e quasi 59 milioni per i limoni.

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