La tecnologia salverà il pomodoro? Domanda a bruciapelo per Guido Grasso, Ceo della Azienda Dorilli di Acate (Ragusa), che non lascia dubbi in sospeso. “Sì, solo con le tecnologie in senso largo si può ottenere qualità costante nel tempo. Oltre alle attrezzature per fertirrigare e controllare il clima, però, servono dati sulle piante che permettano di governare il processo di crescita. Se non è così, si naviga a vista senza la costanza qualitativa necessaria, se non nei brevi momenti di clima ideale”.
La vocazione e l’aspetto culturale
Per l’imprenditore, la Sicilia ha il vantaggio di essere terra elettiva per la produzione di pomodoro extra-stagionale. “La coltivazione del pomodoro in serra nasce qui negli anni ’60 – ricorda – non per caso, ma grazie alle ideali condizioni pedoclimatiche. Nel centro-nord Europa dicono che solo il 10% del successo della coltivazione sia legato alla gestione nutrizionale. Così, basano tutto sulla gestione del clima. In Sicilia, proprio per via della nostra vocazione, risulta invece molto più importante la nutrizione. Direi che pesa fino al 30% nella costruzione del successo di un pomodoro”.
“La conoscenza delle performance produttive nelle serre a clima controllato e dei consumi dei nostri clienti fidelizzati ci permette di programmare la produzione. Ma, attenzione, all’aumentare della tecnologia deve anche aumentare la capacità del produttore. E questo spiega perché a Vittoria non si faccia innovazione. La debolezza delle aziende è strutturale e gli agricoltori, parliamo in generale, non hanno le conoscenze adatte a mettere in azione serre moderne. In più, la zona non ha un supporto tecnico di facile accesso per affrontarla”.
Primo, la varietà
Non c’è dubbio che la varietà contribuisca per prima al successo di un pomodoro. “Senza la cultivar geneticamente valida e con le giuste caratteristiche gustative, non c’è molto da fare – dice Guido Grasso – La stragrande maggioranza delle varietà che portano gusto sono complesse da coltivare e, soprattutto, producono poco. Nel nostro caso, poi, abbiamo deciso di produrre in serra senza snaturare la coltivazione tipica regionale. Abbiamo importato le tecnologie dalle serre olandesi e le abbiamo adattate alla tradizionale coltivazione mediterranea. Il sole di Sicilia combinato con la tecnologia garantisce ai nostri pomodori gusto e sanità elevati”.
“Oltre le tecnologie, però, crediamo fortemente nella formazione del personale. Solo con addetti specializzati si possonoi eseguire tutti gli interventi sulla pianta (ad esempio la riduzione del numero di frutti, o la calibrazione corretta del numero di foglie, ndr) che permettono di tenere in equilibrio il sistema pomodoro”.
Guido Grasso al webinar di myfruit.TV
Dei fattori che contribuiscono a determinare (e garantire) la qualità del pomodoro Guido Grasso parlerà giovedì 14 luglio alle ore 17:00 al webinar di myfruit.it “Pomodoro e tecnologie: binomio vincente“. L’incontro, live su Linkedin, illustrerà tre esempi di aziende virtuose raccontati dalla viva voce dei tre imprenditori che le conducono. Da nord a sud Italia tre esperienze, tra cui quella dell’Azienda Dorilli e dell’Orticoltura Gandini, messe a disposizione di tutto il pubblico di myfruit.TV. Per iscriversi cliccare qui