I rincari di frutta e verdura
Attribuire la crisi solo ai costi energetici sarebbe però riduttivo: il galoppo dell’inflazione è arrivato anche ai prodotti, in particolare ai beni alimentari. L’Istat segnala, a giugno, l’accelerazione dei prezzi della frutta fresca e refrigerata (da +6 a +10,9% annuo) e dei vegetali freschi o refrigerati diversi dalle patate (da +11 a +11,8%).
L’epicentro è il caro energia
Il carrello della spesa soffre
Secondo le statistiche preliminari dell’Istat, l’accelerazione dei prezzi dei beni alimentari, lavorati e non, spinge la crescita di del carrello della spesa dell’8,3 per cento.
I prezzi dei beni alimentari lavorati hanno subito un incremento, tra maggio e giugno, di quasi due punti percentuali (dal 6,6% all’8,2%). E non va meglio per i non lavorati, che passano dal 7,9 al 9,6 per cento.
Per trovare una situazione simile occorre andare ancora al 1986, quando si registrò un incremento del carrello della spesa dell’8,6 per cento.
Allarme e preoccupazione
Non tardano i commenti delle associazioni, dalle quali si leva un grido di preoccupazione unanime. Il più tranchant è però quello di Codacons, che parla di “vera e propria emergenza nazionale“.
Secondo Confcommercio, invece, “sono inevitabili i pesanti effetti sul reddito disponibile e sul potere d’acquisto della ricchezza detenuta in forma liquida da parte delle famiglie, con conseguenti riverberi negati sui comportamenti di spesa”. Mentre a tirare le somme ci ha pensato Federconsumatori, che ha commentato: “La lista degli aumenti è lunga e tutti concorrono a determinare un aggravio di 2.384 euro annui a famiglia“.
Situazione simile in Europa
Anche nel resto d’Europa i dati sono da record: nell’Eurozona l’inflazione è pari all’8,6%, a maggio era all’8,1 per cento.
Il tasso sarebbe in decrescita solo in Germania e nei Paesi Bassi, dove comunque i numeri sono preoccupanti: si passa dall’8,7 di maggio all’8,2% di giugno, nel primo caso, e dal 10,2 al 9,9% nel secondo.