Crollano i prezzi di angurie, meloni, ciliegie. Troppa offerta sui mercati all’ingrosso e non siamo ancora al top della produzione. A pochi cent anche le zucchine. Spesso sopra i 2 euro i peperoni, con punte fino a 3 euro. In calo tutti gli ortaggi, compresi i pomodori. Nei box prendono posto le fragole di montagna e l’uva siciliana ora sui 3,50 euro il chilo. Se maggio è stato un buon mese le vendite a giugno sono in calo.
A Vicenza ciliegie a pochi cent, bene albicocche e patate di Polignano
A Vicenza le dinamiche di mercato sono raccontate a myfruit.it da Luca Zanon, il grossista antispreco e presidente Fedagro Vicenza, abbastanza schietto: “Senza le drupacee potevamo anche chiudere“. Il mercato salvato da albicocche, pesche e ciliegie ma solo quelle di calibro grosso. Vanno bene i meloni, poche vendite di verdura e ortaggi a parte le patate nuove. Quelle pugliesi di Polignano. “Abbiamo lavorato bene nella prima parte di maggio, dal 20 è iniziato il calo e siamo andati avanti con pochi volumi. Gli articoli più richiesti sono le drupacee, i meloni, le patate nuove pugliesi di Polignano e poca verdura“.
Vediamo i prezzi, a iniziare da quelli delle ciliegie. “Vanno solo i calibri grossi 28/30 quelli più piccoli non li ritiriamo. Quest’anno non ci sono state gelate, la produzione non ha avuto problemi e, quindi, c’è tantissima merce. Il calibro 26 si vende sui 2/2,20 euro, il 28 quota intorno ai 3 euro. Sopra c’è poco prodotto, in tal caso si può vendere oltre i 5 euro ma non c’è tutta questa richiesta“. Vanno bene le albicocche con una grande scelta di varietà, le pezzature non sono tanto grosse: “ma si cerca la qualità oltre il calibro. Abbiamo poca roba dalla Puglia, stiamo lavorando tanto con il prodotto di Ferrara. La varietà Luna quota intorno ai 2,50 euro, ma ci sono varietà che arrivano a 3/3,50 euro il chilo come la Flopria. Dalla Puglia c’è Orange Rubis intorno ai 2/2,50 euro e un po’ di Samurai”.
Bene i meloni, fragole di montagna fino a 6 euro
Si vendono bene i meloni sottolinea Zanon, le quotazioni? “Il retato 1,20/1,50 euro, tiene bene il prezzo il liscio con la prima che arriva a 2,50 euro al chilo. Ci sono i primi mantovani, anche prodotto da Ferrara, così come le angurie che partono da 1,10 euro ma ho visto anche 1,40″. Abbondantemente sopra l’euro. A Vicenza domina questa origine, la preferita dai consumatori locali. “Abbiamo finito le fragole di pianura sostituite da quelle di montagna sia origine Trentino sia locali dall’Altopiano di Asiago e quotano fino a 6 euro”. Con l’uva chiudiamo il capitolo frutta: 3,50 euro la varietà Italia dalla Sicilia.
A terra le zucchine: a 0,60 euro
Non brillano consumi e prezzi degli ortaggi: “Le zucchine sono a terra e si vendono a 0,60 euro al chilo, tengono i peperoni che sono abbondantemente sopra i 2 euro, fino a 2,50 euro per il prodotto olandese. Mancano un po’ di melanzane che si attestano su 1/1,20 euro. L’insalata verde in foglia 1/1,30 euro. Capitolo pomodori: datterino 3,50, ciliegino 2,50 e le ultime partite di Marinda a 5 euro. Ora abbiamo Torpedino e mini Cuore di Bue origine Fondi tra 3 e 4 euro, infine il grappolo origine Olanda a 1,80 euro il chilo”.
Verona verdura a poco prezzo
Andrea Bonizzi, agronomo e responsabile qualità e listino prezzi del mercato, offre il quadro degli scambi: “Il ponte ha frenato le dinamiche ma si dovrebbe recuperare. Sui prezzi abbiamo: cavolfiore (0,60 euro), cetrioli in rialzo (intorno a 1 euro la padella, 0,80 in doppio), sta iniziando il nuovo radicchio con prezzi tendenzialmente medio bassi con tondo e lungo a 1,80 euro. I fagiolini locali raccolti a mano sono a 2,70 euro, quelli a macchina intorno a 2,30 euro. Zucchine calibro 14/21 a 0,80 euro, il 7/14 a 1/1,10 e quello di esportazione vale 0,60/0,70 euro. Melanzane ovali (0,80), lunghe (0,90) mentre i peperoni stabili sopra i 2 euro. Spagna e Olanda che sfioravano i 3 euro si sono quasi allineati al prezzo nazionale”. La rucola è in aumento e quota 4/4,50 euro il chilo.
A terra il prezzo di meloni, angurie e ciliegie
Con la frutta iniziamo dal kiwi: “Quello locale sta iniziando a finire e abbiamo origine Nuova Zelanda che quota poco sotto i 3 euro per 130 grammi”. Passiamo alle albicocche nazionali: “Il calibro 5 quota 1,10 euro al chilo e il 6 1,50 mentre il 7 tocca i 2 euro”. Il crollo è per le angurie dove si parte anche da 0,40 euro il chilo: “Sicilia e Lazio a 0,50 euro, Marsala quota 0,80 e la mantovana in cartone che sfiora l’euro”. Anche il melone è in calo: “Tanto prodotto. Ai titoli di coda il siciliano, c’è il locale con un 6 pezzi che quota 0,50 euro. Alcune varietà possono arrivare a 0,80/0,90. Il mantovano a 0,70/0,90 euro”. Si fa il pieno anche di ciliegie: “I calibri più piccoli vanno da 1,30 per il 22 fino a 2,50 euro per il calibro 26 mentre il 28 arriva anche a 3 euro e parliamo di prodotto locale”.
Il ribes vola a 34 euro, saturnine oltre i 3 euro
Fragole? “Finite quelle di pianura abbiamo la montagna con Trentino a 4 euro e Piemonte 3,80 euro”. Le pesche? “Sono iniziate le locali ma sono in cerca di quotazione. Sulle nazionali: una pesca gialla tripla A quota 2,70, una doppia A si ferma a 1,80 euro e il calibro A 1,30 euro. Le saturnine sono rappresentate da calibri medio piccoli ma spuntano dei bei prezzi: una doppia A sopra i 3 euro, una A sopra i 2,20 euro”.
Il ribes olandese vola a 34 euro al chilo, lamponi a 14 euro, mirtilli quota 1,25 euro mentre la mora del Messico è scesa a 12,5 euro.