Bene le Op, fanno bene allo sviluppo dell’ortofrutta. Resta dura, però, la battaglia con la burocrazia e preoccupano le nuove regole europee. In particolare, ma non solo, quelle che richiedono più interventi ed azioni di tipo ecologico. La sostenibilità deve essere ambientale ma pure sociale, economica e per farla bene deve essere alleggerita dalla burocrazia. Queste le richieste degli operatori del settore a Berlino, durante Fruit Logistica. grazie alla tavola rotonda organizzata da Italia Ortofrutta a ltalian Fruit Village.
Le Op e la politica agricola comunitaria
Il direttore di Italia Ortofrutta Vincenzo Falconi ha introdotto il tema centrale della tavola rotonda, dal titolo “Le Op ortofrutticole e l’intervento settoriale ortofrutta nell’ambito della Pac“, moderato gli interventi dei relatori e posto domande a Luigi Polizzi, direttore delle politiche internazionali e dell’Unione europea del ministero delle politiche agricole.
Sulla politica agricola comunitaria ci sono dossier aperti e delle scelte ancora da fare. Questa la speranza. Insomma si possono ottenere delle modifiche necessarie per rendere gli interventi più efficaci grazie a norme più snelle. Nicola Caputo, assessore regionale all’agricoltura della Campania, ha sottolineato l’importanza della sostenibilità economica e sociale e non solo di quella ambientale per le imprese dell’ortofrutta.
Il piano strategico nazionale
Si punta ad un piano nazionale per gli interventi finanziati dalla Ue. Ma Dario Cartabellotta, dirigente generale agricoltura della Regione Sicilia, ha posto la domanda: “L’agricoltura secondo la Costituzione è materia delle Regioni“, ma spesso queste hanno interpretato ognuna a modo suo le norme e i regolamenti. Sempre il dirigente siciliano sulla filosofia agricola europea ha sottolineato i 60 anni della Pac “i secondi 30 sono stati diversi dai primi. Sono arrivate tutte le Dop e Igp, abbiamo registrato il grande balzo del biologico. E sulla sostenibilità si sono compiuti grandi passi, non si usano più certi prodotti“. La sostenibilità non inizia oggi, ma può contare su una sua storia. Sul tema il direttore Falconi ha sottolineato: “Va bene la tutela dell’ambiente, la difesa del clima ma la produzione e la vendita sono aspetti fondamentali. Vediamo quanto fa la Spagna su questa linea”.
Snellire la burocrazia: “Troppi tre preventivi”
Gennaro Velardo, presidente di Italia Ortofrutta, ha fatto un esempio concreto relativo alla rigidità delle norme. “Pensiamo al problema dei preventivi. Soprattutto in questo periodo quelli fatti a settembre 2021 non sono più corrispondenti ai prezzi di maggio 2022”. Un chiaro sfasamento tra tempi burocratici ed economici. Ma non è finita qui: “Il numero dei preventivi richiesti è altro, tre sono troppi. Si potrebbe snellire”.
Il catasto ortofrutticolo
Il dirigente ministeriale Luigi Polizzi sulla richiesta di snellire sui 3 preventivi fa riferimento ai prezziari che possono diventare una soluzione al problema. Sulle Op poi Polizzi sottolinea: “Ma perché approvare altre Op molto piccole“. Attenzione a non inflazionare troppo il settore. “Stiamo lavorando sul catasto ortofrutticolo per dare sicurezza sui dati delle aziende. Serve un disciplinare unico per certificare la sostenibilità economica, sociale ed ambientale”. E difende gli investimenti in ricerca: “La spesa del 5% è fondamentale”.