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Trasporti: confermati i fermi di sabato 19, il 4 aprile sarà stop totale

Rischio paralisi concreto, Bellanova convoca una riunione estemporanea. Atteso per oggi il decreto taglia-prezzi del carburante

Sono due le date con cui l’autotrasporto intende manifestare il momento di disagio che sta vivendo. Come anticipato da myfruit.it, sabato 19 marzo avranno luogo, in tutta Italia, manifestazioni territoriali. Il 4 aprile, invece, a meno che non arrivino proposte concrete da parte del Governo, sarà mobilitazione nazionale.

Per scongiurare il pericolo della paralisi, la viceministra Teresa Bellanova ha convocato una riunione estemporanea per oggi. E, sempre oggi, dovrebbe essere la giornata del decreto risparmio, quello che, seguendo il modello francese, farebbe risparmiare 15 centesimi/litro per benzina e diesel. 

Unatrans: “Solo provvedimenti concreti potranno evitare il fermo”

Le Federazioni aderenti a Unatrans, dopo un attento esame, hanno giudicato insufficienti le indicazioni sui possibili interventi presentati durante l’incontro del 15 marzo con la viceministra Teresa Bellanova. E hanno messo nero su bianco quanto non va, che cosa si aspettano e che cosa faranno nel caso non dovessero arrivare soluzioni concrete:

“Pur apprezzando le ipotesi illustrate – si legge in una nota – Unatrans ribadisce che gli autotrasportatori necessitano di provvedimenti concreti e certi. Le ipotesi di soluzioni, pur apprezzabili, non sono ancora concretizzate in norme, ma restano mere manifestazioni di volontà. A questo si aggiunge la situazione sempre più insostenibile di atti speculativi, come denunciato dal ministro Roberto Cingolani, che mantengono elevato il prezzo del carburante e degli additivi. Se le misure riguardanti le regole della sicurezza sociale e della circolazione sono di competenza del Mims (ex Trasporti), quelle relative agli interventi per calmierare i prezzi di gasolio, Lng, Ad Blue, sono di competenza dell’intero Governo. Unatrans ritiene quindi necessario un interessamento diretto della Presidenza del Consiglio al fine di individuare le soluzioni possibili che producano un tetto massimo del prezzo dei prodotti energetici, come avvenuto in altri settori produttivi ed energivori. Solo provvedimenti concreti potranno evitare che il 4 aprile l’autotrasporto debba effettuare l’azione di fermo proclamata oggi”.

Anita: “Il fermo non risolve i problemi”

Ancora una volta, però, l’autotrasporto non viaggia compatto. L’associazione confindustriale Anita non aderirà al fermo di Unatras per due ragioni: perché ritiene sostanzialmente positivo il protocollo proposto dal ministero e perché non crede che un fermo dei servizi risolva i problemi dell’autotrasporto. “Il nostro peso lo dobbiamo far valere con la forza della ragione e non con azioni di protesta che rischiano di mettere le imprese e l’intero Paese in difficoltà, anche per rispetto alle risposte positive che arrivano da una parte della committenza”, ha dichiarato il presidente Thomas Baumgartner.

Copagri: “In Sardegna intervenga il Viminale”

Discorso a sé per la Sardegna, di fatto l’unica regione in cui è stato messo in atto il fermo sostenuto da Trasportounito. Da lunedì 14 marzo, come aveva raccontato myfruit.it, ci sono proteste in atto. Preoccupato dalla situazione, il presidente di Copagri Franco Verrascina ha scritto una lettera al presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi e ai ministri dell’Interno e delle Politiche agricole, Luciana Lamorgese e Stefano Patuanelli.

“In gioco c’è l’interscambio commerciale isolano di numerosi beni, fra i quali i prodotti agricoli, che vengono bloccati prima dell’imbarco e rispediti alle aziende, con incalcolabili danni economici per le imprese agricole, legati all’alta deperibilità delle produzioni. La situazione, che si è spinta ben oltre il semplice presidio annunciato e autorizzato delle competenti autorità, rischia di mettere definitivamente in ginocchio il primario isolano, che al pari di quello nazionale ha sempre garantito con grande senso di responsabilità il regolare rifornimento degli scaffali, pur dovendo pagare lo scotto di una congiuntura economica sfavorevole. Invitiamo il Governo, e in particolare il Viminale, a intervenire per stemperare le tensioni e assicurare il regolare flusso dei prodotti agroalimentari, in modo particolare di quelli deperibili”.

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