L’inflazione che galoppa come non si vedeva da anni e i danni climatici – dall’alluvione in Romagna ad eventi minori ma non meno pesanti per gli imprenditori agricoli un po’ in tutta Italia – hanno portato al rialzo una quota importante dell’ortofrutta.
Per verificare la presenza di azioni speculative, slegate da dinamiche inflattive o danni alla produzione, si è mosso anche il governo. Il ministro delle imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, ha annunciato l’avvio del monitoraggio dei prezzi con la commissione allerta prezzi. Federconsumatori plaude. Sul tema è intervenuto anche Carlo Alberto Buttarelli, presidente di Federdistribuzione. Vediamo i diversi punti di vista.
Federconsumatori: “Monitoraggio capillare, fino a livello provinciale”
L’associazione dei consumatori ha le idee chiare: “Il ministro Urso ha annunciato il prossimo avvio del monitoraggio dei prezzi da parte del garante preposto. Un’operazione fondamentale e urgente, che, come abbiamo chiesto nell’ambito della commissione di allerta rapida, deve essere il più possibile capillare (con rilevazioni almeno a livello provinciale) e tempestiva”. Non c’è tempo da perdere secondo i consumatori che in base al loro osservatorio su 30 prodotti denunciano: “Tasso di inflazione del 7,6% a maggio, i prezzi dei prodotti essenziali aumentati mediamente del doppio, cioè del 14% (prendendo a riferimento i prezzi applicati a giugno 2022 e quelli di giugno 2023)”.
Aumenti che conosciamo tutti a iniziare dal pane (32%), pasta (39%), riso (33%), zucchero (23%) e anche prodotti ortofrutticoli come i pomodori pachino (25%). Aumenti ritenuti “allarmanti e non del tutto giustificati”. Che fare? “Incrementare il potere di acquisto delle famiglie con una detassazione dei salari e rendendo strutturale il taglio del cuneo fiscale; aumentare la tassazione sugli extraprofitti delle aziende (di energia e non solo), che hanno ricavato margini enormi negli ultimi anni”. Soluzioni, però, al di fuori della filiera ortofrutticola.
Sotto controllo i prezzi dell’ortofrutta
Il prezzo più che raddoppiato della pasta è conosciuto da più di un anno e poche settimane fa è finito nel mirino del garante. Lo ha ricordato Massimo Bitonci, sottosegretario al ministero delle imprese durante la trasmissione 24 Mattina su Radio24 nei giorni. Nel colloquio in onda si è puntato sul titolo Ciliegie a peso d’oro.
Il giornalista Simone Spetia ha dato i prezzi: “Le ciliegie secondo alcune rilevazioni stanno arrivano ai 18 euro, in alcuni casi anche a 20 euro il kg, prezzi alti per l’albicocche, tutta la filiera dell’ortofrutta e in particolare della frutta è al rialzo”. Chiaro che, anche per cause climatiche, i prezzi delle ciliegie oggi sono sostenuti e le varietà extra per qualità, calibro e luogo di vendita raggiungono quotazioni importanti. Ma cosa farà la commissione? Il sottosegretario ha ricordato che l’intervento nasce per gli aumenti del carburante, ha toccato anche pane e prodotti per l’infanzia e ora è il turno dell’ortofrutta.
Il garante della concorrenza può emettere sanzioni
Spetia ha ricordato i cambiamenti climatici e il calo di produzione in Puglia, problemi conosciuti dal sottosegretario: “Il compito della commissione allerta prezzi è proprio quello di verificare quanto incidano i fenomeni climatici o l’aumento delle materie prime e quanto invece la distorsione della libera concorrenza con cartelli e fenomeni speculativi“. Non è un compito facile e banale perchè, come ha ricordato Bitonci, è possibile che “il garante della concorrenza emetta sanzioni e il ministro dei provvedimenti”. Il sottosegretario ha ricordato la posizione di Coldiretti e dei produttori che “lamentano che gli aumenti non sono alla produzione ma nella distribuzione“.
La Gdo risponde: “Troppe aziende piccole, alcune in balia di commercianti locali”
A questo punto è intervenuta la Gdo con Carlo Alberto Buttarelli, presidente di Federdistribuzione. “C’è una competizione tale tra le insegne che la variazione di un prezzo di vendita è un scelta che viene fatta con grande attenzione. Nello specifico nell’ortofrutta gli aumenti dei prezzi si registrano da inizio 2022 quando il rincaro dei fertilizzanti ha pesato moltissimo, abbiamo subito degli aumenti che abbiamo riconosciuto immediatamente”. Insomma: “Non semplifichiamo. Noi abbiamo una grande collaborazione con i produttori, il mercato poi ha altre dinamiche con criticità come la dimensione delle aziende agricole a volte in balia di commercianti del territorio. Non siamo noi ad avere interesse ai rincari, anzi abbiamo operato in senso contrario”. Troppe mani in campo? “Noi abbiamo rapporti con grandi produttori o produttori consorziati, c’è un problema di sistema ma che la Gdo ha superato”.
E le persone corrono al mercato
A Bergamo la Coldiretti parla di “ritocchi del 30-40% ed effetti a lungo termine”. Sulla stessa linea Confagricoltura “pesano gli aumenti generali. È corsa al mercato ortofrutticolo per accaparrarsi le cassette più belle e convenienti. Mai vista così tanta gente“. Secondo le associazioni si cercano canali alternativi, ma oltre gli esiti della commissione allerta prezzi sarebbe utile capire se i consumatori cercano oltre prezzi minori anche prodotti di qualità in una campagna difficile per la gran parte della frutta.