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E-commerce, le case italiane si riempiono d’aria

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Autore Redazione

Secondo DS Smith, imballaggi troppo grandi generano un surplus di emissioni di CO2 pari a quasi 3,9 milioni di consegne in 12 mesi

Una ricerca di DS Smith rivela che ogni anno nelle case degli italiani sono consegnati oltre 64 milioni di metri cubi di aria a causa di imballaggi eccessivamente grandi, per un volume pari a più di 25mila piscine olimpioniche.

L’utilizzo di imballaggi troppo grandi causa quasi 3,9 milioni di viaggi di consegna non necessari, con conseguente rilascio nell’atmosfera di 66.087 tonnellate di CO2 ogni anno.

Troppo cartone

La ricerca ha rilevato, inoltre, l’utilizzo di 150.798 tonnellate di cartone in più rispetto al necessario – per un costo stimato di 31,5 milioni. Inoltre, sulle scatole vengono utilizzati 371,8 milioni di metri quadri di nastro adesivo, una superficie che coprirebbe più di due volte la città di Milano, oltre a 64,1 milioni di metri cubi di imballaggio secondario – in carta o in plastica – un volume in grado di riempire per circa 48 volte il Colosseo.

Le ricadute negative sul brand

Oltre all’impatto ambientale delle scatole sovradimensionate, c’è un effetto negativo a catena sulla reputazione dei brand. Di fronte a una scatola con un imballaggio eccessivo, la ricerca – condotta da OnePoll su un campione rappresentativo della popolazione italiana – mostra come il 47% dei consumatori italiani dubiti del reale impegno per la sostenibilità del marchio, e il 22% provi frustrazione nei confronti del rivenditore.

Per il futuro, i consumatori si aspettano sempre più imballaggi realizzati con fonti alternative rinnovabili (58%), oltre a un maggiore adattamento ad articoli dalla forma non regolare (34%) e all’inserimento di materiali impermeabili (31%).

Ogni mese DS Smith calcola la spedizione in Italia di 149 milioni di pacchi attraverso lo shopping online. Il 52% delle aziende che vendono merci online ammette di utilizzare imballaggi non strettamente dimensionati al prodotto, ma quattro su dieci si concentrano sulla riciclabilità (43%) e sulla riutilizzabilità (42%) degli imballaggi, con la leggerezza (33%) come caratteristica aggiuntiva.

I consumatori vogliono sempre meno imballaggi. Le materie prime sono sempre più costose e i vantaggi per l’ambiente sono significativi, quindi è giunto il momento di eliminare l’aria dagli acquisti online -ha commentato Stefano Rossi, amministratore delegato di DS Smith Packaging- Lo spreco di materiali non avviene per caso, ma a causa di scelte fatte in fase di progettazione. Il ruolo del design nella protezione del nostro pianeta non può essere sottovalutato: dobbiamo adottare un approccio circolare, progettando di eliminare i rifiuti per mantenere i materiali in uso il più a lungo possibile. Grazie alla collaborazione con Ellen MacArthur Foundation, abbiamo già formato 700 designer DS Smith all’uso dei principi del design circolare, che stanno lavorando a più di duemila progetti circolari. La nostra speranza è che i principi circolari diventino la norma per tutto il design, ovunque, e che gli sprechi dell’e-commerce diventino rapidamente un ricordo del passato”.

Fonte: DS Smith Packaging

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