La campagna commerciale 2022-23 delle mele italiane si preannuncia tutt’altro che semplice. A dirlo è il focus Ismea novembre 2022, che pone come prima criticità la questione rincari.
I produttori provati e le altre criticità
“I frutticoltori – si legge nel report – hanno dovuto fare i conti con l’aumento dei costi, spesso a tre cifre, di molti dei mezzi che impiegano per la coltivazione, quali concimi, gasolio ed energia elettrica. Ed è proprio il rincaro dei prodotti energetici a mettere a dura prova la sostenibilità economica delle attività delle Op e delle altre imprese che conservano, condizionano e confezionano la frutta”.
Il secondo elemento di disturbo è la logistica, e più in generale gli scambi tra Italia e paesi extra Ue per via del conflitto russo-ucraino. Occorre, poi, fare i conti con la debolezza dell’euro rispetto al dollaro Usa: se da un lato rende più competitive le esportazioni del prodotto europeo, dall’altro continua a mantenere alti i costi di trasporto.
La mela ha una sua solidità
Cauto ottimismo, invece, sul fronte dei consumi.
Sebbene, secondo Ismea, occorrerà verificare l’effetto della fortissima spinta inflattiva a fine campagna, va detto che il frutto appare assolutamente stabile e ben posizionato nel paniere alimentare.
E, infatti, nei primi due mesi della campagna commerciale 2022-23, gli acquisti al dettaglio di mele confezionate registrano un aumento in volume (+6,9%) accompagnato da una flessione del prezzo medio (-4,1%). Particolarmente positiva la vendita di mele bio: +11,2% in volume.
In Europa i calibri sono piccoli
Secondo le stime del Wapa (World apple and pear association) la produzione europea di mele del 2022 dovrebbe attestarsi a poco più di 12 milioni di tonnellate, livelli molto simili al raccolto 2021.
A preoccupare è la qualità del prodotto: la carenza di acqua e il caldo eccessivo hanno determinato una quota di frutti di calibro medio piccolo di molto superiore alla media. È alta anche la percentuale di frutti che presenta una colorazione non soddisfacente. In altre parole, quest’anno ci sarà una maggiore quantità di prodotto da destinare all’industria di trasformazione.
Italia in ripresa, +1,3%
In Italia, invece, la produzione 2022 viene stimata in poco più di due milioni di tonnellate, in aumento di 26.500 rispetto al 2021 (+1,3%), ma si tratta di un dato che troverà conferma quando saranno raccolte anche le varietà tardive.
A livello regionale perdono le Province di Bolzano (-5,8%) e Trento (-4,3%) mentre in Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte ed Emilia-Romagna si osservano considerevoli incrementi del raccolto.
La metà del raccolto è costituito da Golden delicious (32%) e Gala (18%), seguite da Red delicious (10%) Fuji (7%), Granny Smith (7%), Cripps Pink (5%), Pinova ed Evelina (2%). Altre nuove varietà costituiscono il 9% dell’offerta complessiva.
La produzione biologica è stimata in circa 195mila tonnellate ossia il 9,4% della produzione complessiva.
Prezzi, il prodotto medio-grande si fa valere
Le prime battute della campagna commerciale 2022-23 sono state caratterizzate da quotazioni all’origine in flessione su base annua. Infatti, nel mese di ottobre, i prezzi franco partenza dal magazzino del confezionatore, per tutte le principali varietà e piazze, hanno mostrato una tendenza negativa rispetto allo stesso periodo della campagna precedente.
A questa tendenza generale fanno eccezione le mele di calibro medio e grande delle varietà Golden delicious, Fuji e Granny Smith.
Bilancia commerciale positiva, ma saldo in peggioramento
Quanto agli scambi con l’estero, la campagna 2021-22 si è chiusa con un peggioramento del saldo della bilancia commerciale delle mele rispetto alla campagna precedente, sebbene lo stesso resti ampiamente positivo. La mela è infatti il prodotto ortofrutticolo italiano che vanta il miglior saldo della bilancia commerciale.
A essere in flessione sono le esportazioni (-11%), ma la riduzione dei volumi è stata parzialmente bilanciata dall’aumento del prezzo medio (+4,8%). Le importazioni, viceversa, sono cresciute del 41%, ma la relativa spesa è stata calmierata dalla riduzione del prezzo medio (-22%).
Previsioni difficili
“È difficile fare una previsione per la campagna commerciale 2022-23 in quanto il contesto internazionale è molto incerto a causa della guerra tra Russa e Ucraina e tutti i problemi che da questo conflitto scaturiscono – conclude Ismea – Le mele continueraanno certamente ad avere un ruolo centrale per gli acquisti di frutta delle famiglie europee, ma le esportazioni italiane verso i paesi extra-europei potrebbero essere penalizzate dall’estrema incertezza del contesto economico e logistico globale”.