In controtendenza alla deflazione generale salgono i prezzi al consumo nel carrello della spesa con un rincaro record del 10,2% per la frutta. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sui dati Istat relativi all’inflazione a settembre che registra una diminuzione dello 0,6% su base annua ma una spinta al rialzo dei prezzi dell’1,1% per gli alimentari.
“E’ il risultato – spiega la Coldiretti – di aumenti che vanno dai salumi (+2,6%) alla pasta (+1,7%), dai formaggi (+1,1%) (alla carne (+2%) ma anche per il pesce surgelato (+3,5%) mentre sono in atto tentativi di speculazione al ribasso nei compensi riconosciuti agli agricoltori“.
“Una situazione paradossale poiché mentre i prezzi al consumo per cibi e bevande aumentano quelli pagati agli agricoltori e agli allevatori spesso diminuiscono con le quotazioni riconosciute ai produttori che in molti settori – sottolinea la Coldiretti – non coprono più neanche i costi e mettono a rischio il sistema agroalimentare nazionale”.
“Alle speculazioni si sommano peraltro gli effetti del clima impazzito – rileva la Coldiretti – con il moltiplicarsi di eventi estremi come caldo torrido, nubifragi e grandine che hanno compromesso le produzioni di frutta e verdura provocando la perdita del lavoro di un intero anno in molte aziende agricole”.
Occorre dunque evitare che i comportamenti scorretti di pochi compromettano il lavoro della maggioranza degli operatori della filiera che si dimostra determinante per garantire le forniture alimentari alle famiglie in un momento in cui la pandemia ha messo a rischio gli scambi commerciali internazionali. In un momento difficile per l’economia e l’occupazione nazionale il consiglio della Coldiretti è di acquistare prodotto italiano e sostenere la campagna #mangiaitaliano, verificando sempre, laddove possibile, l’origine nazionale in etichetta.