Continua a calare il valore della frutta italiana all’estero e, di contro, aumenta la frutta importata da altri Paesi. Un trend negativo fotografato da Fruitimprese su dati Istat relativi al primo semestre 2019: le esportazioni sono aumentate in termini di volumi, +6,8%, ma hanno perso in valore il 3,5%. E il saldo commerciale import/export è negativo: in termini assoluti l’Italia ha esportato circa 1,7 milioni di tonnellate di prodotti per un valore di 2,1 miliardi di euro a fronte di un import di 1,9 milioni di tonnellate di prodotti per un valore di poco superiore ai 2 miliardi di euro.
“Si conferma la debolezza dell’export ortofrutticolo italiano” sottolinea Marco Salvi presidente di Fruitimprese, associazione che rappresenta oltre 300 aziende ortofrutticole. I dati del primo semestre 2019 sono “una ulteriore conferma di quanto denunciamo da anni circa la perdita di competitività delle imprese italiane rispetto ai nostri competitor: per ridare slancio e competitività alle imprese italiane dell’ortofrutta servono un percorso di riforme lungo e risorse importanti per incidere sul costo del lavoro, della previdenza, del fisco, dell’energia, dei trasporti….”
Sul fronte export stabili i volumi degli ortaggi e calo degli agrumi (-9,7%); segno positivo per frutta fresca (16,7%) e frutta secca (19,6%). Riguardo il fatturato crescono gli ortaggi (0,6%) e la frutta secca (7,6%) e calano gli agrumi (-5,4%) e la frutta fresca (-8,5%). Sul fronte import incremento in volume per gli ortaggi (3,9%), la frutta fresca (2,3%) e la frutta secca (14,7%); segno negativo per la frutta tropicale (-7,4%) e gli agrumi (-2,4%). In termini di fatturato crescono gli ortaggi (32,6%) e la frutta secca (15,9%) mentre calano gli agrumi (-19,6%), la frutta fresca (-2,8%) e la frutta tropicale (-1,6%).
Per provare ad invertire il trend negativo servono interventi urgenti. Salvi lancia un appello al nuovo ministro dell’Agricoltura Teresa Bellanova: ” chiediamo il supporto delle istituzioni e del nuovo governo per consentire alle nostre produzioni di qualità come mele, pere, kiwi, uva da tavola, agrumi di raggiungere i mercati lontani (Cina, Asia, Sudafrica, Messico) dove i nostri prodotti sono richiesti e apprezzati ma mancano i protocolli fitosanitari e gli accordi bilaterali” sottolinea il presidente di Fruitimprese. “Di positivo c’è che stiamo per arrivare con le nostre mele in Thailandia, Vietnam e Taiwan e dallo scorso febbraio il nostro kiwi arriva in Messico. Ma non basta. Bisogna creare una task force di tecnici al Ministero per lavorare e chiudere i dossier fitosanitari tuttora aperti e per noi vitali come l’apertura del mercato cinese per pere e mele”.