“Nonostante i ripetuti appelli forse non è ancora a tutti chiaro che sono indispensabili provvedimenti urgenti e straordinari di fronte alle devastazioni compiute da cinghiali, caprioli e cervi che interessano ormai tutta l’area pedemontana e montana della nostra provincia, con incursioni anche in pianura”. E’ questo l’appello – denuncia diffuso nei giorni scorsi da Coldiretti Cuneo. Coinvolti, naturalmente sono anche i noccioleti della zona.
“Di fronte ad una situazione drammatica, che non fa che peggiorare – continua Coldiretti – è molto grave che gli Ambiti Territoriali di Caccia e i Comprensori Alpini non abbiano sfruttato la possibilità di anticipare la caccia al cinghiale, attraverso l’attivazione di piani di prelievo selettivo. In molte aree, gli indennizzi per i danni subiti tardano ad essere erogati e sono così esigui che non possono risarcire adeguatamente gli imprenditori. Sono incalcolabili i danni che gli ungulati arrecano puntualmente ai terreni coltivati, scavando solchi come aratri, devastando tutto ciò che incontrano al loro passaggio, senza dimenticare il grave problema della sicurezza sulle strade. Una problematica specifica è legata alla caccia di selezione al capriolo. “In alcune aree non si riesce neppure a raggiungere il numero minimo di capi fissato dai piani di selezione. Chiediamo – prosegue la federazione provinciale di Coldiretti – di anteporre a qualsiasi interesse economico l’obiettivo di ridurre la popolazione di ungulati. Con gli strumenti e le forze esigue messe in campo la battaglia è già persa in partenza. Per rendere l’idea, è come curare un cancro con l’aspirina. Lo abbiamo già detto e non ci stancheremo di ripeterlo, è indispensabile permettere agli imprenditori agricoli in possesso di porto d’armi di difendersi nei propri fondi”.