E’ di nuovo allarme cinghiali in Alta Langa e zone limitrofe, con conseguente pericolo anche per le nocciole. A denunciarlo è Coldiretti Cuneo, che spiega: “Si tratta di una vera e propria calamità, di fronte alla quale l’agricoltore non ha mezzi per difendersi”.
In una lettera inviata a tutte le istituzioni competenti, l’associazione agricola denuncia: “Sono gravissimi i danni che gli ungulati stanno arrecando alle coltivazioni e ai terreni, scavando buche e solchi come aratri, devastando tutto ciò che incontrano al loro passaggio. Le zone più colpite sono i territori dell’Alta Langa e della Langa Monregalese, della Val Bormida, della Valle Uzzone e del Roero Braidese, ma tutto l’arco alpino cuneese è coinvolto. Coldiretti Cuneo ha chiesto misure straordinarie che possano quanto meno mettere un argine all’aggravamento senza precedenti della presenza dei cinghiali. L’eccezionale siccità di questa stagione spinge infatti gli ungulati a spostamenti superiori alla normalità, per cui interi branchi, soprattutto nel periodo notturno, si spostano, distruggendo letteralmente i territori nei quali transitano. Le condizioni sono particolarmente critiche per i campi di mais, i prati e le nocciole. Per quanto riguarda la coltivazione del pregiato frutto che, con l’anticipo della maturazione, è già vicino alla raccolta, è significativo ricordare che nella nostra Provincia operano 5.000 aziende su una superficie di oltre 14.000 ettari. Se il fenomeno non venisse arginato in breve tempo, le imprese rischierebbero di perdere non solo il raccolto di quest’anno, ma andrebbero incontro a ripercussioni gravissime per una filiera d’eccellenza del nostro territorio”.
La presidente Delia Revelli e il direttore Tino Arosio aggiungono: “I danni, dovuti anche ai caprioli e ai ghiri, sono incalcolabili: non è possibile neppure stilare un report, perché i dati sono superati di giorno in giorno da nuove segnalazioni. E’ assolutamente prioritario individuare azioni di contenimento tempestive ed efficaci”.