Il prezzo dei berries, in particolare di fragole e lamponi, in Uk potrebbe aumentare a breve tra il 30 e il 50% causando un calo dei consumi di questa categoria, tra le più importanti per valore e quantità nel Regno Unito nel settore, non solo ortofrutticolo, ma alimentare.
Non è uno scenario futuribile, ma qualcosa di molto reale e che potrebbe realizzarsi a breve secondo il British Summer Fruits, l’organizzazione di industrie del Regno Unito del settore dei berries, che ha commissionato alla società di consulenza Andersons un report sugli effetti della Brexit sull’industria locale dei cosiddetti “soft fruit“, quindi fragole, lamponi o ribes. Un mercato, quest’ultimo, in grande crescita ed espansione nel Regno Unito e che ha portato ad un aumento dei consumi, soprattuto di fragole, molto elevato, con la produzione interna che negli ultimi 20 anni ha fatto un balzo in avanti del 131% generando un giro di affari pari a 1,2 miliardi di sterline.
Ma è anche un settore che dipende in modo quasi totale dalla manodopera stagionale straniera, in particolare da quella proveniente dell’Est europeo ed ora profondamente a rischio a un anno di distanza dalla decisione di uscire dall’UE se non verranno presi accordi differenti entro il 2019, data entro la quale l’UK potrebbe uscire definitivamente dal mercato unico europeo. Tra le conseguenze che il rapporto evidenzia, oltre all’aumento dei prezzi, c’è anche il generale calo dei consumi di frutta in UK, considerando che circa il 22% è sostenuto proprio dai berries, ma anche una sostanziosa riduzione dell’autosufficienza alimentare inglese: senza immigrati che lavorano nelle aziende agricole inglesi, di piccoli frutti e orticole in generale, bisognerà importare ancora di più di quanto già non faccia il paese.
Sono circa 29mila i lavoratori stagionali che annualmente sono impiegati dall’industria inglese di “soft fruit”. Il 95% di questa forza lavoro arriva in UK da Polonia, Bulgaria e Romania e, se come si prevede, questo settore continuerà a crescere, il fabbisogno aumenterà a 31 mila entro il 2020.
Che fare? Secondo il rapporto del British Summer Fruits, che rappresenta circa il 97% delle aziende che forniscono berries nei supermercati inglesi, se non sarà garantito l’accesso a questi lavoratori stranieri i piccoli frutti rimarranno nei campi e loro si sposteranno a lavorare in altri paesi. “Senza raccoglitori, non abbiamo più un’industria dei piccoli frutti in UK” ha affermato senza troppi giri di parole il presidente Laurence Olins.
Una possibilità per scongiurare la fine di un’industria molto redditizia e importante per l’intera economia inglese è quella, sempre secondo il British Summer Fruit, di creare un programma di assunzioni stagionali a tempo determinato che consenta ai lavoratori europei di poter entrare nel Regno Unito a fare quei lavori, tra i quali raccogliere piccoli frutti, che gli inglesi non fanno.