La coltura del nocciolo può avere grandi potenzialità in Irpinia, ma occorre che le realtà produttive si aggreghino e che si migliorino le dotazioni tecniche. Questo, in estrema sintesi, è stato l’esito dell’incontro avvenuto nei giorni scorsi presso la Cia di Avellino. Presenti, tra gli altri, rappresentanti dell’industria dolciaria nazionale, il presidente provinciale Cia Michele Masuccio e il presidente dell’associazione “Verde Irpinia”, Corrado Martinangelo, già collaboratore della segreteria del ministro Maurizio Martina.
“L’Irpinia – spiega la Cia di Avellino – detiene una posizione strategica nel settore e contribuisce in maniera significativa all’offerta campana e nazionale, insieme a Piemonte, Lazio e Sicilia. L’Italia a sua volta è la seconda produttrice mondiale di nocciole, abbondantemente dopo la Turchia che resta il primo paese con i due terzi della produzione mondiale. Come numero di aziende la Campania è al primo posto, scontando una frammentazione più elevata, con la provincia di Avellino più numerosa in quanto a piccole imprese dell’intero Lazio. La partita si gioca, quindi, sulla qualità e sull’offerta aggregata. Esistono programmi nazionali che puntano, a queste condizioni, sull’espansione delle colture, con l’obiettivo di avere più produzione agricola italiana. Per l’Irpinia è un’occasione da non perdere. Cia e associazione “Verde Irpinia” ci provano. Già in cantiere un programma di valorizzazione della nocciola irpina: creazione di un disciplinare di produzione per incrementare tipicità e qualità del prodotto, aggregazione delle imprese, adesione al Psr, certificazione e riconoscimento del marchio irpino”. “Siamo sulla buona strada –commenta Masuccio – per avviare una vera e propria svolta nel settore”.