Trend e Mercati

Maltempo e ortaggi. È vera speculazione?

Ortaggi_Speculazione

Le bizze del clima nel Sud Italia hanno portato al rialzo, anche notevole, dei prezzi di molti ortaggi. Ma si tratta sempre di vera speculazione?

È stato, sino ad ora, un inverno in certi momenti, ed in certe zone, eccezionalmente freddo con la conseguenza che gelo e neve hanno limitato l’afflusso di merci verso i punti vendita. I prezzi al dettaglio dei prodotti ortofrutticoli sono saliti, e continuano ancora a salire, ed i consumatori si chiedono se sia in atto un fenomeno chiaramente speculativo.

“Speculazione” è una parola generalmente intesa in senso negativo e ricorda la Borsa, l’edilizia, le elezioni ed altro ancora. Ma un aumento di prezzi può avere anche risvolti utili al funzionamento della distribuzione e mi sembra essere questo il normale caso della situazione che stiamo vivendo in questo momento.

In queste settimane nel Sud Italia – vista l’impossibilità di raccogliere a causa della neve oppure della perdita di interi raccolti a causa del gelo – si sono verificati cali di disponibilità di ortaggi che variano dal 30 al 70 %. Il campo aperto è stato il più colpito, i tunnel di plastica freddi, quando non sono crollati sotto il peso della neve, hanno visto un rallentamento della maturazione mentre i tunnel riscaldati hanno solo visto aumentare i costi per l’insolito consumo di energia per mantenere le piantine in vita. Il consumatore, invece di essere preoccupato per la mancanza di determinati e salutari alimenti, ha criticato soprattutto l’aumento dei prezzi.

La diffusione delle serre riscaldate nel nord Italia – ad esempio in Veneto, Lombardia e Romagna –  insieme alla presenza dei prodotti di importazione sono due fattori che hanno potuto in gran parte coprire il fabbisogno dei consumatori in Italia e, in linea generale, consentito di rifornire i banchi dei punti vendita.

A questo bisogna aggiungere che in seguito alla classica legge della domanda e dell’offerta, i produttori di tutte le zone hanno potuto scegliere tra più compratori ai quali vendere, dando la preferenza a quelli più bisognosi di riempire gli scaffali e pertanto disposti a pagare di più.

Ora, dal mio punto di vista, questa specifica situazione, non può essere chiamata “speculazione”: è, anzi, un utile strumento per razionalizzare tutta la filiera e consente di premiare le innovazioni che certuni hanno fatto in tutto il paese. In seguito ai ricavi superiori ottenuti in questo periodo potranno anche aumentare ulteriormente investimenti di questo tipo nel prossimo futuro.

È poi successo che gli importatori abbiano dovuto adeguarsi ai prezzi, in forte rialzo, presenti sul mercato europeo e questo ha portato i consumatori, vedendo i prodotti più rari costare molto di più, a spostare i propri acquisti verso merci stoccate da tempo come patate, cipolle e verze o su prodotti meno colpiti come le melanzane.

Ma è in atto una speculazione vera e propria? Sì, è l’aumento di tutti i prodotti orticoli a causa del fatto che si prevedono in generale minori raccolti anche nei mesi futuri. In questo caso, in effetti, “si specula” su possibili scarsità di prodotto e conseguenti aumenti di listini.

Ma, d’altronde, subire quest’incertezza è il destino degli addetti ai lavori e fa parte dei rischi del mestiere.

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