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Nocciole, Coldiretti Cuneo chiede interventi sulle cimici

Nocciola

Ci sono anche le nocciole tra le produzioni più a rischio a causa della cimice asiatica. Tanto che in questi giorni Coldiretti Cuneo è nuovamente intervenuta sulla questione, chiedendo interventi urgenti. “In questi giorni – rileva Coldiretti – i cittadini cuneesi sono presi d’assalto dalla cimice asiatica. Coldiretti aveva già denunciato lo scorso anno il problema, che sulle coltivazioni si manifesta, in particolare a partire dal periodo primaverile ed estivo, al Settore fitosanitario regionale e alla Regione Piemonte.

Le specie vegetali colpite sono più di duecento: l’insetto colpisce, pungendo il frutto di cui si nutre e il danno economico che ne consegue è enorme, sia sotto l’aspetto estetico che sotto il profilo organolettico. Il prodotto non può più essere commercializzato, né trasformato, a causa del cosiddetto cimiciato. Ora, verso l’autunno, con le temperature che tendono al ribasso nelle campagne, le cimici si spostano in prossimità delle abitazioni e attraverso porte e finestre entrano nelle case, cercando un rifugio per trascorrere la stagione fredda. Nella nostra provincia si sta assistendo ad una vera e propria invasione. Non sono pericolose per le persone, ma alquanto fastidiose per l’odore sgradevole che emanano”.

Enzo Pagliano, direttore di Coldiretti Cuneo ha aggiunto: “Attraverso i tecnici dell’Agenzia 4A di Coldiretti, da un paio d’anni monitoriamo il fenomeno dal punto di vista agricolo. Ora il problema si sposta dalla campagna alle città e non riguarda solamente la provincia di Cuneo, ma tutto il territorio nazionale. Per quanto ci riguarda, mettiamo a disposizione non solamente delle imprese agricole ma di tutte le Istituzioni che intendono affrontare e risolvere il problema, le nostre conoscenze di ordine tecnico e scientifico al fine di impostare una lotta efficace”.

Conclude Delia Revelli, presidente di Coldiretti Cuneo e Piemonte: “Considerata la sensibilità del mondo agricolo e dei cittadini-consumatori, siamo favorevoli a metodi di lotta biologica e vorremmo evitare un uso irrazionale di prodotti fitosanitari”.

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