Un fattore importante, se non decisivo, quello della tecnologia per la produzione, forse non sempre affrontato con spirito propositivo Eppure non mancano esempi positivi nel mondo ortofrutticolo italiano. Tra gli interventi durante la tavola rotonda dal titolo “La tecnologia fa buoni frutti”, che si è tenuta venerdì 16 ottobre a Expo (vedi qui), non sono mancati quelli da parte di alcuni produttori presenti tra il pubblico.
A partire da Apofruit. «Per noi la tecnologia è fondamentale per affrontare il cambiamento e l’internazionalizzazione» ha affermato Claudio Magnani, direttore operativo della cooperativa cesenate. «Ci ha permesso di dare alla produzione la possibilità di avere prodotti che realmente possono distinguersi sul mercato». Sul fronte del packaging secondo Magnani la produzione deve essere in grado governarlo. «Il packaging non deve essere inteso solo come protezione ma utilizzato come strumento per veicolare messaggi al consumatore finale. Non è la copertina di un libro che fa il contenuto, però il vestito giusto serve per veicolare la sostanza».
«Differenziazione, continuità e affidabilità. Tre concetti fondamentali» ha sostenuto con forza invece Stefano Soli, responsabile marketing di Alegra. «Putroppo spesso ci riempiamo la bocca con la parola qualità in Italia nel nostro settore, ma pecchiamo poi di continuità. Magari spediamo un camion carico di frutti con un determinato grado brix, ma quello successivo è completamente diverso». Una sorta di autocritica da parte del manager di Alegra a nome della produzione italiana, che ha sostenuto l’importanza dell’innovazione tecnologica nel settore ortofrutticolo ma come «troppo spesso sia vissuta male da noi produttori». Può essere però, sostiene Soli, un periodo interessente questo per gli investimenti tecnlogici da parte delle aziende ortofrutticole italiane, anche per merito della fine della “sbornia dei primi prezzi” con l’uscita dalla crisi. Infine un consiglio. “Mancano progetti di filiera nella tecnlogia. La produzione ha bisogno di questi”.
Secondo Alessandro Fornari, direttore del Consorzio Kiwigold, bisogna tenere in considerazione che in Italia è presente una grande produzione di ortofrutta ma che proviene da superfici comunque piccole. Sul fronte del kiwi, la tecnlogia è fondamentale sotto molti aspetti per analizzare la qualità dei frutti. «Ma con la tecnologia, per esempio attraverso il packaging, possiamo fare segmentazione e presentare al meglio tutta questa grande varietà che abbiamo a disposizione, che in questo caso può diventare realmente una risorsa per il mondo produttivo».