La produzione europea di albicocche quest’anno dovrebbe tornare sui livelli del periodo 2010/2013, intorno alle 520mila tonnellate, +13% rispetto al 2013, anno che si attestò sui valori più bassi degli ultimi dieci anni. È quanto segnala il Cso secondo le indicazioni emerse durante l’ultima edizione di Europech svoltasi al Medfel di Perpignan, al quale ha partecipato lo stesso Centro Servizi Ortofrutticoli di Ferrara con il direttore Elisa Macchi, che ha presentato i dati relativi alla produzione in Italia.
La produzione francese, con circa 160mila tonnellate, fa segnare +22% rispetto al deficitario 2013 e rimane sopra la media 2010/2013 di soli 6 punti percentuali. Anche in Grecia le stime stime sono al rialzo, in crescita notevole rispetto allo scorso anno, ma anche in questo caso pesa il deficit produttivo rispetto allo scorso anno. È, invece, previsto un calo per la produzione spagnola, che con circa 88.000 tonnellate dovrebbe cedere 10 punti percentuali rispetto alle buone produzioni del 2013.
Per quanto riguarda l’Italia, primo Paese produttore di albicocco a livello europeo, le indicazioni vedono una produzione di circa 210.000 tonnellate. Anche in questo caso il Cso sottolinea come l’Italia arrivi a questa nuova campagna dopo un’annata, la 2013, caratterizzata da una produzione molto bassa. Per una corretta interpretazione dei dati, quindi, è molto più efficace il confronto con gli ultimi quattro anni che vede un calo dell’8%.
«L’albicocco è una coltura interessante per l’Italia – dichiara Elisa Macchi – ne sono una dimostrazione l’aumento delle superfici produttive e il forte rinnovo varietale che negli ultimi anni stanno interessando la coltivazione. Dopo un’annata molto scarica ritorniamo quest’anno su livelli produttivi normali, ma non eccedentari».
Fonte foto: blog.netafim.it