Trend e Mercati

Artic® Apple. Le mele OGM che non anneriscono fanno discutere

Sia negli Stati Uniti che in Italia c’è scetticismo. Ma le preoccupazioni non sono le stesse

La notizia non è nuova. Già il Corriere della Sera ne aveva parlato nel luglio del 2012. L’azienda canadese Okanagan Specialty Fruits Inc. ha inventato le prime mele OGM che non si anneriscono una volta tagliate. Le Artic® Apple, nelle varietà Golden Delicious e Granny Smith, sono mele geneticamente modificate, dove gli enzimi responsabili del normale annerimento della polpa dopo averle tagliate sono stati messi fuori gioco. Quindi, niente più ossidazione. Il quotidiano La Repubblica dopo un anno e mezzo è ritornato sulla notizia facendo notare come a ribellarsi alla loro immissione sul mercato, negli Stati Uniti, siano i produttori del principale distretto locale, vale a dire quelli dello stato di Washington, dove si trova circa la metà della produzione di mele, nonché il Northwest Horticultural Council, vale a dire l’associazione americana di categoria.

Il motivo? Non salutista come ci potremmo immaginare – i produttori locali di mele non ritengono i prodotti OGM pericolosi per la nostra salute – quanto prettamente commerciale. Come spiega La Repubblica: «i frutticoltori temono da un lato che l’eventuale successo della mela artica li costringa a investimenti massicci per riconvertire le colture, dall’altro che possa deteriorarsi l’immagine della mela come prodotto sano e naturale». Per ora il Ministro dell’Agricoltura statunitense sembra propenso ad accettare la rischiesta di approvazione ufficiale presentata dall’azienda, ma vuole prima comunque sondare anche l’opinione non solo degli esperti, quanto quella dei consumatori. E a questo riguardo, un sondaggio commissionato dalla stessa Okanagan sembrerebbe accertare che almeno 6 americani su 10 sarebbero tranquillamente disposti ad acquistare le mele che non invecchiano.

E in Italia? Coldiretti ci fa sapere che le mele che non anneriscono una volta tagliate non interessano invece ad almeno 8 italiani su 10. Anche in Italia i coltivatori sarebbero preoccupati dal fatto che questo frutto simbolo di semplicità e naturalità possa essere percepito in modo diverso in seguito alla eventuale introduzione sul mercato delle “mele artiche”. Ma è soprattutto lo scetticismo da parte dei consumatori italiani nei confronti dei prodotti OGM a determinare il rifiuto. Continua, infatti, Coldiretti: «La realtà è infatti che gli Ogm attualmente in commercio riguardano pochissimi prodotti (mais, soia e cotone) e sono diffusi nell’interesse di poche multinazionali senza benefici riscontrabili dai cittadini».

Fonti: La Repubblica | Coldiretti. Foto: okspecialtyfruits.com

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