Nord Africa, Medio Oriente, Caucaso, Ucraina, Moldavia. L’industria melicola rompe i confini e si presenta in tutte le sfaccettature al congresso “La mela nel mondo” tenutosi in apertura della 7° edizione di Interpoma. Anchorman della giornata il Direttore VI.P Josef Wielander, che dopo aver presentato il congresso ha lasciato spazio al saluto di benvenuto di Georg Kossler (presidente Consorzio Mela Alto Adige) e a Hans Berger, Assessore Provinciale all’Agricoltura. Un insolito incipit è stato affidato a Otto Jolias Steiner, creativo svizzero che ha proposto di creare attorno alla mela un’industria commerciale rinnovata volta all’incoming turistico. Antonio Felice, Direttore del Green Med Journal è entrato nel vivo e ha esortato l’Europa a pesare di più nel bacino Mediterraneo, guardandosi dalla forte concorrenza cinese e sudamericana. Nell’area mediterranea nel 2009 sono state prodotte 162 milioni di tonnellate di prodotti ortofrutticoli (Turchia 40, Italia 31). l’Italia ha nella mela il prodotto frutticolo più esportato, con circa 760 mila tonnellate di export pari al 30% della produzione. Secondo dati di fonte Fruitimprese, oltre 578 mila 500 tonnellate di mele italiane vanno nei mercati europei; quasi 135 mila prendono la strada dei mercati extra europei. Ci sono però paesi quasi inesplorati dagli esportatori italiani che avrebbero invece grandi opportunità commerciali in Siria, Giordania, Libano e Tunisia.
Il Mediterraneo al centro
L’intervento di Antonio Felice al congresso “La mela nel mondo”
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