Retail

Lidl Italia vale lo 0,4% del nostro Pil

La presentazione dei dati socio-economici del colosso tedesco del mondo discount. Esporta il 13% dell’ortofrutta made in Italy

Più ricavi, più investimenti, più dipendenti, ma anche un peso non indifferente rispetto all’export agroalimentare italiano nel suo complesso e, soprattutto, al Pil. È la fotografia che emerge dalla presentazione milanese del “Bilancio di Impatto socio-economico” da parte di Lidl, uno dei protagonisti dell’universo discount, tedesco di origine, ma ormai più che italiano considerando che è sbarcato nello Stivale con il suo primo punto di vendita ormai 32 anni fa.    

“Siamo un’azienda che crea occupazione, benessere e positività per il futuro” ha esordito Massimiliano Silvestri, presidente Lidl Italia, nel suo prologo all’intervento di Valerio De Molli, managing partner & Ceo The European House Ambrosetti, società alla quale è stato commissionato il report per illustrare quasi 10 anni di attività di Lidl in Italia, ma soprattutto il suo ruolo all’interno del contesto macroeconomico.

La cavalcata di Lidl in Italia dal 2013 a oggi

I numeri che illustrano l’imponente crescita di Lidl dal 2013 al 2022 (sono stati presi i dati di bilancio fino all’ultimo disponibile) non lasciano margine a particolari dubbi: 6,7 miliardi di ricavi nell’ultimo bilancio (x 2,2 volte vs 2013), 454 milioni di investimenti (x3 volte vs 2013), 19.936 dipendenti (x 2,1 volte vs 2013), 732 punti di vendita disseminati su tutto il territorio nazionale (+26,9% vs. 2013), 6,2 miliardi di beni e servizi acquistati da fornitori italiani, di cui il 38% di export.

Un quadro, quello mostrato da chi occupa la settima posizione per quote di mercato nella Gdo tricolore con il 5,93% (dato anche questo in decisa crescita rispetto alla 12esima posizione del 2013) che secondo De Molli assume ancora più rilevanza se confrontato rispetto ai primi 10 top player della grande distribuzione italiana. I ricavi, ad esempio, sono cresciuti del 9% contro il 5,9% degli altri, così come l’occupazione (+8,8% vs 4,9%), i negozi (+16% vs 10%), gli investimenti (+12,9% vs 8,1%).

L’impatto sull’export agroalimentare e il Pil

Tra gli impatti economico-sociali positivi di Lidl che emergono dal rapporto, vi è anche certamente lo sviluppo dei suoi storici (almeno da 5 anni) fornitori nell’ultimo quinquennio, che hanno visto crescere i loro ricavi per 11,4 miliardi e i dipendenti di quasi 3500 unità. Ma un dato che certo non lascia indifferenti è la crescita delle esportazioni di prodotti agroalimentari italiani da parte di Lidl, sfruttando la sua rete di negozi (12.200 pdv in 31 Paesi nel mondo) che ha raggiunto il valore di 2,4 miliardi (+20% vs 2018), in pratica il 4,5% di tutto l’export di food & beverage italiano. L’ortofrutta, con 550 milioni di euro, è il settore più importante per Lidl, tanto da avere un’incidenza del 13% dell’export nazionale di questo comparto. 

Importante anche l’impatto economico complessivo sul sistema Italia calcolato da The European House Ambrosetti, pari a 6,4 miliardi (“Per ogni euro di valore aggiunto generato  direttamente da Lidl  se ne attivano 4,4 addizionali nell’economia” si legge nel rapporto), che sale a 7,2 miliardi considerando anche IVA e accise, in pratica lo 0,4% del Pil dell’Italia.

Tanto? Poco? Il rapporto lo confronta con il valore aggiunto generato da tutto il comparto siderurgico italiano (5,9 miliardi), quello della fabbricazione di calzature (3,3 miliardi) o ancora quello dei trasporti marittimi (2,6 miliardi).

Entro il 2030 i punti di vendita saranno 1.000

La presentazione, che ha visto anche la presenza di tre storici partner di Lidl (Banco Alimentare, Beretta e Vicom) che hanno descritto le attività messe in campo in questi anni con l’insegna tedesca soprattutto sul fronte della sostenibilità, è stata anche l’occasione per dare qualche informazione sul prossimo futuro.

“Nel nostro piano di sviluppo in Italia nei prossimi te anni sono previsti investimenti per 1,5 milioni di euro”, ha annunciato Silvestri. Entro l’anno, a Matera e Potenza, nasceranno i primi due punti di vendita della Basilicata, completando così la completa copertura regionale. Oggi sono 750 gli store di Lidl in Italia, “ma entro il 2030 sicuramente avremo inaugurato il punto di vendita numero 1.000”.

A settembre, infine, sarà inaugurata una nuova piattaforma logistica in Sardegna vicino a Cagliari, che darà occupazione a 1.500 lavoratori, un investimento da 70 milioni di euro. “Un aspetto di cui essere orgogliosi? – conclude il presidente di Lidl Italia – Il 90% dei nostri dipendenti ha un contratto a tempo indeterminato”.   

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