Retail

Carrefour ridimensiona la “campagna d’Italia”

Un articolo sul quotidiano Verità&Affari analizza la ritirata delle insegne francesi dal nostro Paese

Secondo Verità&Affari, il quotidiano diretto da Maurizio Belpietro, l’amore della grande distribuzione francese per l’Italia sta finendo. Dopo Auchan (che nel 2019 ha ceduto i suoi asset alla Conad, ndr) anche Carrefour, infatti, avrebbe iniziato a fare qualche passo indietro. I motivi della ritirata dall’Italia vanno ricercati nella elevata concorrenza e nello sviluppo dell’e-commerce.

“Anche Carrefour sta ridimensionando gli obiettivi della campagna d’Italia – scrive Fiorina Capozzi – Il gruppo francese, quotato alla Borsa di Parigi, sta infatti riducendo i punti di vendita di proprietà. A differenza della connazionale rivale, l’azienda guidata da Alexandre Bompard non venderà un ramo d’azienda, ma sta promuovendo la cessione di negozi in francising, affidandoli a piccoli imprenditori locali. In questo modo, il gruppo sta alleggerendo la sua struttura. Ma, come denunciano i sindacati, il problema è che questa soluzione pesa sulle spalle dei lavoratori che si ritrovano a essere più precari”.

“L’intenzione strategica dell’azienda è promuovere una pesante cessione di negozi in franchising, affidandoli a piccoli imprenditori locali. Questa pratica, che Carrefour aveva già iniziato da tempo, l’ha trasformata nel primo franchisor d’Italia: sono infatti oltre mille i negozi a insegna Carrefour a essere gestiti da dei franchisee (circa 400)”, spiega Mattia Scolari, segretario della Federazione lavoratori artigiani industria e commercio (Flaica) CUB di Milano.

Tutto è iniziato nel 2021 quando Carrefour ha presentato il “Piano di Trasformazione”. Un progetto di investimento? Tutt’altro. In sostanza, il gruppo lamentava una notevole flessione del giro d’affari per Ipermercati, Cash&Carry e Market diffusi in buona parte del territorio nazionale. Così aveva annunciato 769 esuberi e la chiusura di 106 punti di vendita.

In effetti i numeri non erano particolarmente entusiasmanti: nel 2021 il fatturato di Carrefour Italia era sceso a 4,41 miliardi (-3%) rispetto al 2020, anno in cui aveva registrato una perdita da 181 milioni. Ecco perché a ottobre il gruppo “ha annunciato il trasferimento in francising di oltre 50 negozi e di altri 25 nel corso del primo trimestre 2022”, come si legge nel bilancio consolidato dello scorso anno.

Carrefour in Italia, una vecchia liason

I francesi sono da decenni presenti in Italia. Carrefour è sbarcata in Italia nel 1972. Fu allora che aprì il primo punto di vendita a Milano Carugate in partnership con la Standa, che all’epoca apparteneva a Montedison. Il grande salto arrivò poi nel 2000 quando i Benetton, che avevano acquistato dall’Iri i supermercati GS, decisero di uscire dal business vendendo tutto a Carrefour. I francesi ringraziarono, gli italiani pure perché quell’operazione, realizzata svendendo un gioiello comprato dallo Stato italiano, fruttò 4,5 miliardi di lire (2,44 milioni di euro) di plusvalenza per i Benetton e Leonardo Del Vecchio. Di qui iniziò per Carrefour un’espansione veloce.

I motivi della ritirata

Per Carrefour i risultati non sono mancati, ma la pressione competitiva sul mercato è elevata. Inoltre sta pesando la progressiva diffusione dell’e-commerce con gruppi come Esselunga che sono particolarmente attivi.

Per non parlare che l’evoluzione della grande distribuzione non è ancora terminata come testimonia anche lo sbarco nel settore di Amazon che si appoggia a reti di supermercati locali per la distribuzione di prodotti freschi.

Ma per il mercato il gruppo è da premiare

Per gli investitori però la strategia di Carrefour è vincente. La ragione sta nei numeri. “Sulla base delle buone performance operative registrate nel terzo trimestre 2022 e del seguito delle tendenze osservate recentemente per la fine dell’anno, il gruppo anticipa ormai una generazione di Cash flow netto decisamente superiore al miliardo di euro nel 2022”, commentano gli analisti. Una performance simile è decisamente non comune, soprattutto nel difficile mondo della grande distribuzione. Cliccare qui per leggere l’articolo completo.

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