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NaturaSì lancia obbligazioni per dieci milioni

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Obiettivo: sostenere le aziende agricole e di trasformazione che fanno parte del circuito. Interessi rimborsati in buoni spesa

Un prestito obbligazionario da dieci milioni, remunerato in buoni spesa da spendere nei 364 punti di vendita della rete.
E’ il progetto lanciato per l’inizio di settembre da EcorNaturaSì con l’obiettivo di sostenere le circa 300 aziende agricole e di trasformazione che fanno parte del circuito.

Gli obiettivi

Si tratta dunque di un modello di investimento che poggia le basi sulla valorizzazione del territorio, dei produttori  agricoli e, più in generale, delle filiere corte.

“L’obiettivo è consolidare il rapporto con i clienti e coinvolgerli all’interno dell’Ecor-sistema – si legge sul sito dell’insegna – un sistema complesso, di cui fanno parte l’azienda, i fornitori, le aziende agricole, i negozi e soprattutto i consumatori”.

Come funziona

Il prestito obbligazionario, che peraltro ha già avuto parere favorevole da Consob (Commissione nazionale per le società e la borsa), prevede una durata di quattro anni e un tasso di rendita fisso del 3% annuo.

Può essere sottoscritto negli uffici dell’emittente, oppure nelle filiali di Banca Etica, che riveste il ruolo di advisor e collocatore.

Ciascuna obbligazione (non garantita dall’emittente) ha un valore nominale di 2.500 euro e incorpora il diritto al rimborso al pari del capitale, alla data di scadenza del prestito, e al pagamento degli interessi, nella misura del 4,054% lordo annuo, il che significa il 3% netto. Tali interessi saranno corrisposti unicamente in buoni spesa.

Un sostegno per il sistema bio e biodinamico

Le somme raccolte saranno utilizzate per sostenere le circa 300 aziende agricole e di trasformazione che fanno parte circuito. Ma si punta anche a implementare ricerca e formazione.

“NaturaSì – viene spiegato dal Gruppo – intende sostenere il sistema agricolo biodinamico e biologico. Il ricavato sarà investito in tre progetti e cioè per sostenere le aziende agricole nel migliorare le proprie strutture e per fare investimenti a medio termine e curare il paesaggio; per supportare le aziende biologiche di trasformazione, portarle a produrre bio al 100% nel caso non siano ancora totalmente dedicate al biologico. E, infine, per supportare la ricerca di tecniche innovative e formazione di giovani che diventeranno futuri agricoltori biologici e biodinamici”.

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