Gli appelli della ministra Bellanova e delle associazioni di categoria fanno parte da sempre della politica di Coop Italia. Claudio Mazzini, responsabile commerciale freschissimi, scatta la fotografia del lavoro di approvvigionamento e distribuzione in queste convulse giornate di emergenza coronavirus. “I fornitori italiani avrebbero la precedenza comunque – dice – La nostra è una scelta strategica da una trentina di anni, infatti il nostro approvvigionamento ha un solido baricentro in Italia. Ci rivolgiamo all’estero solo per quello che qui non si coltiva o non in quantità sufficienti, qualche primizia e qualche tardizia”.
La filiera, è stato ripetuto più volte in questi giorni, è in grado di “tenere” la pressione della domanda, non ci sono problemi a livello di volumi, anche se qualche difficoltà c’è. “Verifichiamo una grande – ma comprensibile – dilatazione nei tempi di lavorazione in magazzino per via delle nuove, giuste e corrette disposizioni. Procedure che generano ritardi o rallentamenti ma non problemi di mancato rifornimento. Che infatti è costante”.
Le restrizioni determinano modifica dei comportamenti anche nei punti di vendita. “Stiamo orientando le persone verso comportamenti consapevoli e responsabili, coerenti con il Dpcm, e di questo voglio ringraziare i colleghi di pdv sui quali grava gran parte di questo straordinario impegno– aggiunge Mazzini -. Siamo intervenuti sugli orari, le distanze di sicurezza, gli accessi contingentati e anche sull’offerta, per quanto possibile. Privilegiando i prodotti confezionati, ad esempio, e ridurre così il tempo in permanenza in negozio. D’altra parte, siamo una cooperativa di consumatori, l’accesso a tutti e al prezzo giusto è nel nostro Dna”.
Nuove premure anche per i trasporti. “Ovviamente, abbiamo innalzato il livello di sicurezza anche per gli autotrasportatori che, non scendendo più dal mezzo, non vengono in contatto con chi carica né con chi scarica”, osserva Mazzini.
La corsa all’accaparramento ha riguardato (e riguarda) pasta, latte Uht, conserve, farine. Tutti alimenti che hanno registrato incrementi a doppia cifra, ma anche l’ortofrutta segna picchi di crescita. “A parte patate, mele e qualche altro prodotto – aggiunge Mazzini – con l’ortofrutta non si fanno stock, ma abbiamo visto comunque un aumento nella filiera freschissimi. Si tratta, però, di un travaso di consumi, dovuto anche alla chiusura di mense e ristoranti”.
Intanto sono esplose le richieste di ecommerce. “Easycoop in Emilia Romagna e a Roma e Supermercato24 hanno incassato fino al 90% in più di ordini, con tempi di consegna molto dilatati sia per la preparazione, sia per il delivery. Stiamo potenziando il servizio, ma è difficile attrezzarsi ora”.
Di fronte al sistema che tiene, un unico segnale di preoccupazione. “All’orizzonte comincia a impensierirci la carenza di manodopera e di lavoratori stagionali per le operazioni colturali e le raccolte – dichiara il responsabile freschissimi – Un problema segnalato anche dalle organizzazioni agricole e che nel medio periodo potrebbe ricadere sulla fornitura di prodotti freschi provenienti dal territorio nazionale. Un tema che probabilmente meriterà di essere affrontato nelle oppurtune sedi istituzionali. L’aspetto che però mi piace sottolineare in questo momento – conclude – è la capacità di reazione e di coesione che sta venendo fuori da parte di alcuni fornitori. Comportamenti solidali tra competitor fino a poco tempo fa impensabili”.