Fatturato oltre i 14 miliardi di euro che sale di quasi 6 punti percentuali rispetto al 2018, una quota di mercato come quella dello storico rivale Coop, avendo raggiunto il 13,3% – senza considerare l’acquisizione di Conad come sottolineato a più riprese –, il patrimonio netto che sale del 4% (2,6 miliardi di euro) e un piano di investimenti triennali da 1,2 miliardi, di cui 482 milioni stanziati per il 2020 e finalizzati a interventi sulla rete di vendita (in questo caso anche dei nuovi punti vendita ex Auchan) e a processi di innovazione.
Insomma, tutti dati positivi quelli con i quali Conad si è presentata alla consueta conferenza stampa di fine anno a Milano. Sebbene l’interesse maggiore era certamente rivolto ai temi riguardanti all’operazione di acquisizione di Auchan – questione esuberi in primis – la prima parte della conferenza si è svolta classicamente mostrando alcuni degli indicatori positivi che hanno portato Conad a diventare leader di mercato della grande distribuzione italiana.
Nella sua introduzione generale l’amministratore delegato Francesco Pugliese ha fatto notare come l’indice di fiducia degli italiani sia basso rispetto a quello di altri paesi non per motivi di sicurezza, come molti pensano o vogliono far credere, quanto per temi legati alla ricerca del lavoro, al riscaldamento globale e all’economia.
«Il Natale non sta andando bene nelle prime due settimane» osserva Pugliese per quanto riguarda le vendite. Il motivo? «C’è sempre più uno spostamento dell’extra-alimentare nell’e-commerce, sebben non stia realizzando super fatturati, però su alcune categorie come i giocattoli va molto bene» e rosicchia sempre più fatturato al negozio fisico.
Inoltre, continua Pugliese, sta riprendendo piede l’attenzione verso le promozioni e la formula dell’Every Day Low Price non registra più buone performance. «Continua a essere in atto una polarizzazione delle vendite: si consuma meno, ma meglio e nuovamente c’è attenzione sui prezzi più bassi, che non significa però che crescono i primi prezzi ma i prodotti semplicemente che costano meno.
Sul fronte dei prodotti a marchio Conad ha superato quota 30%, rispetto al mercato che viaggia al 20%. Tutti aspetti sottolineati nel suo intervento dal direttore generale Francesco Avanzini che ha illustrato nel dettaglio le nuove strategie di format e anche i fattori che guidano lo sviluppo dei prodotti a marchio.