Come prevedibile, l’uscita di Auchan dal mercato italiano e la complessa acquisizione da parte di Conad non sarà indolore. Mercoledì 30 ottobre è stata una giornata sicuramente importante per capire cosa succederà da qui alla fine del 2020, data indicata come termine ultimo per la conclusione dell’intera operazione. Dopo l’ultimo incontro al Mise, al quale hanno partecipato Conad, Sindacati, il Sottosegretario Alessandra Todde e il Vice Capo di Gabinetto Giorgio Sorial, è stato infatti presentato un aggiornamento del Piano Industriale che parte da alcune premesse importanti.
La rete di punti vendita Auchan versa in uno stato di “grave crisi” afferma Conad. Negli ultimi tre anni ha perso 800 milioni di euro e nel 2019 la situazione è ulteriormente peggiorata; a settembre registra una perdita ancora del 6,7% rispetto al 2018, mentre al 31 luglio scorso l’85% dei punti vendita Auchan ha un EBITDA negativo. La fotografia finale con la quale Conad illustra la situazione è tanto impietosa quanto drammatica: “oggi la rete Auchan fa registrare perdite di esercizio per 1,1 milioni al giorno”.
La soluzione? La decisione di Conad è quella di “mettere in sicurezza” il 60% della rete Auchan integrandola, mentre per il resto è prevista una soluzione “presso le reti commerciali di altri primari operatori del settore”. Il tutto dovrà concludersi entro la fine la metà del prossimo anno.
Chi saranno i nuovi attori del mondo della grande distribuzione che si prenderanno il restante 40% della rete Auchan? Come capita in questi casi molti rumors si rincorrono da tempo e a breve, a quanto pare, qualcosa si saprà, anche a detta dei sindacati che nei loro comunicati dopo l’incontro al Mise affermano come, ad esempio, che “le trattative sulla cessione di ulteriori 52 negozi, con 1735 dipendenti, sarebbero giunte ad un livello avanzato”. Mentre “nulla è dato sapere sui restanti 32 negozi della rete sui quali sono attivi 2207 dipendenti”.
Francesco Pugliese, in una dichiarazione rilasciata a RadioCor una settimana fa, affermava come la situazione fosse più complessa del previsto, anche per colpa dell’atteggiamento dei sindacati. C’è un malato (Auchan), secondo il manager, che non può e non deve trasmettere il suo virus a chi è invece è sano (Conad). Quindi, bisogna trovare soluzioni che siano un inevitabile compromesso e consentano di trovare un equilibrio per non compromettere questa difficile integrazione. I sindacati? Dopo l’incontro di mercoledì e le manifestazioni in tutta Italia, le tre principali organizzazioni ( Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UIltucs) richiamano ad «un’assunzione di responsabilità corale che non si limiti solo a impresa e organizzazioni sindacali, ma veda la partecipazione attiva degli Enti Locali, in particolare delle regioni per la ricollocazione dei lavoratori». E ancora: «È fondamentale che la vertenza non lasci nessuno indietro perché Conad non ha acquisito solo il retail, ma anche le funzioni e i dipendenti che non operano esclusivamente nelle rete commerciale». Infine: «Conad deve rispettare gli impegni presi sulla continuità dell’impresa acquisita e non tentare di fare forzature”. Insomma, la strada è ancora lunga.