Nella foto qui in alto si vede uno degli ipermercati Auchan ben rappresentativo della crisi che il colosso francese ha attraversato, e tuttora attraversa, in Italia, vale a dire quello presente all’interno del centro commerciale di Cesano Boscone, alle porte di Milano.
Prossimo alla chiusura nel luglio del 2015, fu poi “salvato” grazie ad una serie di interventi che portarono ad una notevole riduzione della superficie di vendita (un piano in meno) nel gennaio dell’anno successivo e che prevedeva anche un focus maggiore nell’area dei freschi, ortofrutta in primis.
Non sappiamo se in questo specifico caso le cose abbiano funzionato o meno, anche se è probabile che la risposta sia negativa considerando i conti in rosso presenti un po’ ovunque in Italia per questa tipologia di formati. La domanda è ora: riuscirà Conad a risollevare le sorti di punti vendita come questo, magari anche quando circondati da una concorrenza agguerrita presente a pochi passi?
«Entro gli 8mila metri quadri si riesce a lavorare bene con l’alimentare e i freschi» ha affermato Francesco Pugliese in un articolo pubblicato sul Sole 24 Ore venerdì 28 giugno e all’interno del quale l’amministratore delegato di Conad ha delineato i principali nodi da risolvere e le soluzioni da intraprendere da qui ai prossimi tre anni, quando l’integrazione degli ex negozi Auchan sarà terminata.
Quella degli ipermercati è una delle partite che Conad dovrà affrontare e che intende vincere, come pare stia già succedendo lungo l’Adriatico, dove ad esempio i 6 Iper la grande i di Finiper che si è presa in affitto più di un anno fa stanno registrando un cambio di passo importante sul fronte incassi, come si legge nello stesso articolo del Sole 24 Ore.
Tra le soluzioni che Conad intraprenderà per rivitalizzare un format, quelli dei grandi ipermercati, in crisi lungo tutto lo stivale, oltre ad una cura dimagrante sul fronte metri quadrati, anche il frazionamento degli immobili di Auchan Retail Italia «ragionando con i proprietari delle gallerie per individuare le tipologie migliori di negozi da introdurre per rendere più attraente anche il supermarket».
Ma un po’ ovunque, Conad invertirà anche la filosofia complessiva di tutti gli ex negozi Auchan, indipendentemente dalla metratura: basta con l’idea che un unico modello possa funzionare da nord a sud, considerando le tante differenze presenti in Italia e che ci rende un paese dai mille campanili anche nelle abitudini alimentari e di spesa. «Noi invece con i nostri soci imprenditori siamo radicati sul territorio e guardiamo con grande attenzione alla filiera agroalimentare italiana» afferma sempre Pugliese nell’articolo.
Ci vorrà del tempo – 36 mesi in totale per la completa integrazione, tranne i negozi più redditizi che passeranno subito a insegna Conad – considerando che la catena francese registra da anni costanti perdite e costi fissi molto alti. Sul fronte affiliati Auchan e Sma – in totale circa 1600 negozi – la situazione sembra invece migliore e Pugliese si dice fiducioso perché «il nostro modello è economicamente più profittevole rispetto a quello del passato» e quindi in molti decideranno di non arrivare alla risoluzione del contratto ma passare con l’insegna Conad.