La lotta agli imballaggi in generale, soprattutto in plastica ma non solo (vedi anche la proposta della Commissione europea contro le plastiche monouso), è ormai da tempo un tema sempre più sentito dall’opinione pubblica e molte insegne della grande distribuzione stanno attuando politiche per ridurre il più possibile il loro utilizzo lungo tutta la filiera, soprattutto quando si tratta dei prodotti a marchio proprio (private label). Ma la partita sembra giocarsi soprattutto nel campo dei freschi e dell’ortofrutta in particolare.
Qualche tempo fa un sondaggio di PricewaterhouseCoopers aveva evidenziato come il tema, ad esempio, fosse molto sentito in Germania dove, secondo i dati dell’Agenzia federale tedesca per l’ambiente, nel 2016 i cittadini tedeschi hanno prodotto circa 220,5 kg pro capite di rifiuti provenienti da imballaggi, una cifra record in Europa. Non a caso insegne leader in Germania, ma presenti in molti Paesi in Europa e nel Mondo, come Lidl, Rewe ed Edeka hanno già iniziato a pubblicizzare iniziative per la riduzione degli imballaggi un po’ in tutti i reparti.
Ora a entrare in gioco, con decisione, è un nome ormai sempre più familiare anche ai consumatori italiani, vale a dire la tedesca Aldi, insegna del mondo discount che sta facendo parlare molto di se non solo per suoi prezzi molti competitivi, ma anche per il serrato piano di aperture nel Nord Italia.
Con un comunicato congiunto delle due anime (Aldi Nord e Aldi Sud), il player tedesco ha annunciato una vera e propria dichiarazione di guerra agli imballaggi e al loro utilizzo soprattutto nel reparto ortofrutta. Gli obiettivi, definiti dalla stessa insegna come “ambiziosi”, sono quelli di ridurre, in generale, i volumi degli imballaggi del 30% entro il 2025 e di arrivare al 100% della riciclabilità entro il 2022.
Il progetto, denominato “The ALDI Packaging Mission: Avoiding“, viene portato avanti insieme a partner e fornitori con un focus particolare a tutto ciò che riguarda frutta e verdura, che diventano dei simboli di questo impegno e su più livelli.
Il primo riguarda l’ampliamento dei prodotti sfusi a scapito di quelli confezionati. Una sfida non così facile da portare avanti considerando il ruolo, soprattutto a livello di marketing e comunicazione, che gli imballaggi giocano, nonché il loro ruolo di difesa da ammaccature e quindi successivi sprechi. Il secondo livello riguarda il trasporto dell’ortofrutta: Aldi comunica, infatti, che utilizzerà, “dove possibile”, sempre di più casse a rendere, politica già portata avanti da tempo e che gli ha già consentito di risparmiare oltre 120 milioni di scatole di cartone nel 2017, “evitando così circa 50.000 tonnellate di emissioni di gas serra”. Il terzo livello, infine, riguarda i sacchetti: dalla fine di quest’anno negli store solo quelli riutilizzabili e stop a quelli in plastica monouso che, là dove necessario, se rimarranno “dovranno essere sostituiti da alternative più rispettose dell’ambiente o da varianti riutilizzabili”.