Walmart, il più grande operatore al mondo della grande distribuzione (nel 2014 vendite per 485,651 miliardi di dollari) sta attraversando un periodo abbastanza delicato con la riduzione dei punti vendita e alle prese con un riposizionamento sul mercato per cercare di arginare la perdita di utili e vendite. Tanto che recentemente ha dichiarato di aspettarsi anche per l’anno fiscale 2017 una crescita delle vendite sostanzialmente stazionaria.
Tra le cause di questo, seppur parziale, ridimensionamento, spesso viene citata l’ormai pressante concorrenza di Amazon, l’altro colosso delle vendite a stelle strisce on line, che sta erodendo sempre più clienti e quote di mercato.
Ma è solo Amazon ad aver messo in crisi l’impero di Walmart?
A chiederselo è il sito Business Insider, che in un recente articolo a firma Elena Holodny, pone più di un dubbio e cerca di allargare l’analisi prendendo in considerazione anche altri aspetti.
L’analisi di Business Insider parte dalle considerazioni di Taylor G. LaBarr, vice president della società Stifel Financial Corp, che mettono in luce come il vero campo di battaglia nel retail americano non sia tanto quello che vede contrapposti i grandi supercenter e i supermercati di minori dimensioni, quanto il cambio di abitudini da parte dei consumatori, che ormai preferiscono “spalmare” la spesa su più punti vendita a seconda delle referenze che vogliono acquistare.
È come se fosse finita l’era dell’unico store di un’unica catena come punto di riferimento per la grande spesa delle famiglie.
LaBarr sottolinea come si stia consolidando la tendenza a fare tanti piccoli acquisti ma più frequenti, focalizzando il proprio interesse su prodotti che rispondano ai requisiti della qualità e della salubrità, nonché possibilmente anche da filiera locale.
Per la prima volta da decenni, inoltre, le famiglie americane tendono ad essere sempre meno numerose e a vivere in città in case meno grandi rispetto al passato: di conseguenza, diminuisce la necessità di dover comprare grandi quantitativi di alimenti da conservare.
Ci sono poi i gusti e le abitudini dei cosiddetti Millennials, che sono differenti rispetto alle precedenti generazioni: secondo LaBarr non sono così abili ai fornelli come i loro genitori, amano sperimentare nuove ricette e spesso preferiscono il piatto unico. Anche loro non cercano il grande e unico centro commerciale dove concentrare tutti i loro acquisti, ma preferiscono viaggiare alla ricerca di negozi differenti.
Insomma, sembra essere tornata l’era della specializzazione secondo le analisi di Stifel. Ognuno cerca il miglior punto vendita in base alle proprie esigenze. Una brutta notizia, probabilmente, per Walmart, ma buona per tutti i piccoli retailer specializzati.
Considerazioni che volendo, con tutte le dovute differenze del caso con il mercato americano, sembrano trovare riscontro in realtà anche in Italia: basta osservare, d’altronde, la crisi degli ipermercati, la buona salute dei piccoli store di prossimità e del dettaglio specializzato, nonché le ottime performance di segmenti di mercato, un tempo di nicchia e oggi non più, come quello del biologico.
Fonte news: uk.businessinsider.com. Credit foto: Walmart | thegbrief.com