C’è l’agriestetista che realizza cosmetici naturali con stelle alpine o genepy, chi, sfidando le perplessità, ha deciso di produrre arachidi in Toscana fino ad arrivare al bambù, piantato anche nelle Langhe del Barolo e del Barbaresco, dalle cui foglie si ottengono té o germogli per la ristorazione. La creatività non sembra certo mancare ai nuovi attori all’agricoltura italiana tra nuovi mestieri e colture, ma anche recupero di antiche.
Il tutto è stato celebrato a Expo da Coldiretti durante la Giornata dell’agricoltura che si è svolta martedì 15 settembre. Nella fotografia messa in mostra a Milano da Coldiretti un settore che cambia “volto a rispondere alle esigenze dei consumatori che sta determinando sorprendenti risultati”: per esempio l’Italia è diventata leader nel mondo nella produzione di coriandolo da seme (+1300% in 10 anni di terreni coltivati, 10mila ettari coltivati), oppure ormai fa concorrenza alla Russia nella produzione di caviale, 35 tonnellate all’anno destinate per il 90% all’export.
Nel mondo dell’ortofrutta tra i “nuovi mestieri” elencati da Coldiretti troviamo la produzione di banane in Sicilia, opera di Letizia Marcenò (vedi foto), piuttosto che quella di avocado, sempre in Sicilia a Giarre dove Andrea Passanisi produce anche mango, lime e passion fruit. A Gambara in provincia di Brescia, il trentenne Kumar Vimal, di origine indiana, in 2 ettari oltre ai classici ortaggi italiani produce anche verdure tipiche della sua terra d’origine: coriandolo, l’Okra, il Karela (melone amaro) e il Bhut Jolokia (peperoncino indiano) che vende all’ortomercato di Brescia e al mercato cittadino di Cremona. Lo stesso presidente di Coldiretti del Trentino-Alto Adige, Gabriele Calliari, oltre a coltivare le varietà di mele più note commercialmente, ha la passione per quelle antiche, tanto da aver creato una “pomoteca” con 30 varietà autoctone dalle quali poi ricava succhi, sciroppi e confetture.